Un’operazione di portata significativa, orchestrata dalla Polizia Ferroviaria sotto la direzione operativa della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, ha portato al sequestro preventivo di un complesso di attività economiche radicate nel tessuto industriale catanese e agrigentino. L’indagine, protrattasi per diversi mesi, ha disvelato un sistema fraudolento volto a eludere i controlli ambientali e i protocolli di tracciabilità dei rifiuti, infiltrando il mercato del ferro e degli altri metalli riciclabili.Le misure restrittive, che coinvolgono tre imprese con sede a Catania e una in provincia di Agrigento, intersecano direttamente le filiere di raccolta, trasformazione e commercializzazione di materiale ferroso, evidenziando una rete di relazioni complesse e un potenziale impatto economico rilevante. L’inchiesta, che ha portato all’individuazione di 49 indagati, suggerisce un’organizzazione strutturata, capace di operare con una certa riservatezza e di sfruttare le peculiarità del territorio per massimizzare i profitti illeciti.Le accuse mosse agli indagati ruotano attorno alla presunta commissione di reati ambientali, con particolare riferimento alla violazione delle normative relative alla gestione dei rifiuti e alla mancanza di corretta documentazione dei materiali movimentati. L’ipotesi investigativa principale è quella di un traffico illecito di rottami metallici che ha interessato le province di Messina e Catania in un arco temporale compreso tra maggio e settembre del 2022.Questo sistema, secondo le indagini, non si limitava alla semplice evasione fiscale o all’aggiramento di controlli formali, ma implicava potenzialmente anche la compromissione della sicurezza ambientale e la creazione di un danno economico ai concorrenti onesti. La complessità dell’indagine riflette la difficoltà di tracciare la provenienza e la destinazione dei materiali ferrosi, spesso gestiti in forma frammentata e con modalità poco trasparenti.L’operazione rappresenta un segnale importante nella lotta contro le attività illecite che sfruttano il settore del riciclo e della gestione dei rifiuti, sottolineando la necessità di rafforzare i controlli e di promuovere la legalità in un comparto cruciale per l’economia circolare e la tutela dell’ambiente. Il sequestro preventivo mira a preservare le prove e a scongiurare ulteriori danni derivanti dalla prosecuzione dell’attività illecita, consentendo agli inquirenti di ricostruire completamente le dinamiche criminali e di identificare tutti i responsabili coinvolti. L’inchiesta apre uno spiraglio su possibili collegamenti con altre attività illegali e suggerisce una più ampia riflessione sulla governance del settore e sulla sua vulnerabilità alle infiltrazioni criminali.
Sequestro preventivo in Sicilia: inchiesta sul traffico illecito di rottami
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