La Sicilia si trova di fronte a un intricato labirinto di contraddizioni che minacciano la tenuta del tessuto sociale e la capacità operativa dei Comuni, come denunciato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) Sicilia.
Un quadro emergente da un profondo squilibrio tra crescenti bisogni sociali e la progressiva erosione delle risorse a disposizione degli enti locali.
L’immagine di una Regione apparentemente prospera, con entrate in aumento, si scontra violentemente con la realtà dei Comuni, sempre più spesso costretti a navigare in acque agitate, con un numero crescente di amministrazioni in dissesto o a rischio.
Questa disparità non è un mero effetto collaterale, ma una conseguenza diretta di un modello di finanziamento regionale che sacrifica le esigenze primarie dei territori a favore di logiche centralizzate e spesso opache.
Il divario più drammatico si evidenzia nell’assistenza alle persone con disabilità.
La necessità di risorse per garantire un adeguato supporto alle scuole dell’infanzia e primaria è stimata in 80 milioni di euro, una cifra che si sgonfia a soli 10 milioni erogati dalla Regione, lasciando i Comuni in una situazione di precarietà assoluta.
La situazione per i disabili psichici è altrettanto critica: un fabbisogno di 108 milioni per l’inserimento in comunità alloggio si traduce in un contributo regionale di appena 7 milioni, una frattura inaccettabile che compromette la dignità e l’autonomia di migliaia di persone.
La questione dei minori in carico all’autorità giudiziaria rappresenta un’altra ferita aperta.
Un bisogno annuo di 50 milioni si scontra con un misero contributo regionale di 1,5 milioni, testimoniando un’incuria istituzionale che mette a rischio il futuro di giovani vulnerabili.
Anche l’accesso all’asilo nido, un diritto fondamentale sancito dall’Unione Europea, è gravemente compromesso: mentre circa 33.000 bambini siciliani ne avrebbero diritto, a causa della mancanza di risorse solo 13.000 possono effettivamente accedervi.
L’assistenza domiciliare per anziani e disabili, un servizio essenziale per garantire la permanenza delle persone fragili nel proprio contesto familiare, è completamente trascurata: un fabbisogno di 60 milioni non riceve alcun sostegno da parte della Regione, gravando interamente sui bilanci comunali.
La lotta alla povertà, un problema in costante crescita, viene affrontata con interventi frammentati e insufficienti.
Il fondo povertà gestito dall’Irfis, nonostante 90.000 domande presentate, ha beneficiato solo 6.000 persone, lasciando il peso della gestione a sindaci e operatori territoriali.
Anche il trasporto scolastico per alunni pendolari e disabili è un capitolo di sofferenza, con un fabbisogno di 85 milioni che si scontra con l’erogazione di soli 7 milioni.
La mensa scolastica, pilastro dell’alimentazione infantile, richiede 45 milioni di euro che i Comuni devono stanziare direttamente.
Anci Sicilia denuncia con forza la mancanza di visione strategica e la carenza di risorse destinate a servizi essenziali come il tempo pieno nelle scuole elementari, un servizio ormai inesistente e che richiederebbe un investimento di almeno il doppio rispetto all’attuale disponibilità.
La situazione esprime una profonda iniquità distributiva e un fallimento nella costruzione di un sistema di welfare equo e sostenibile per la comunità siciliana, lasciando i Comuni soli a fronteggiare una crisi sociale sempre più complessa.






