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lunedì 10 Novembre 2025

Studente medico smantellato: ambulatorio abusivo a Catania.

L’attività clandestina di un giovane studente di medicina, domiciliato nella provincia di Catania, è stata interrotta dai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (NAS) che hanno smantellato un ambulatorio di medicina estetica gestito abusivamente all’interno della sua abitazione.

L’indagine, frutto di un’attività di controllo del territorio, ha portato alla luce una pratica illecita che metteva a rischio la salute pubblica e violava le normative professionali.
Il ragazzo, iscritto fuori corso presso un’università, aveva costituito una partita IVA come commerciante ambulante, sfruttando questa copertura per esercitare una professione per la quale non possedeva le qualifiche e l’abilitazione necessarie.

L’improvvisato studio medico, operante in totale assenza di autorizzazioni sanitarie, offriva trattamenti estetici invasivi, basati sull’impiego di tossina botulinica (botulino) e acido ialuronico, sostanze che richiedono competenze specifiche e una profonda conoscenza dei protocolli di sicurezza per la somministrazione.

L’ispezione condotta dai militari del NAS ha permesso di rinvenire un consistente quantitativo di prodotti farmaceutici, tra cui confezioni integre di botulino e acido ialuronico, unitamente a una vasta gamma di dispositivi medici, quali aghi, cannule e bende.

Elemento particolarmente allarmante è stato il ritrovamento, nella discarica domestica, di residui di medicinali già somministrati, indicativo di una gestione superficiale e potenzialmente pericolosa dei rifiuti sanitari.
Un’analisi più approfondita ha rivelato che molti dei farmaci utilizzati erano di origine estera e non disponevano dell’autorizzazione all’immissione in commercio rilasciata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), sollevando seri dubbi sulla loro provenienza, autenticità e qualità.
La presenza di schede paziente, dettagliatamente compilate, ha permesso di ricostruire l’organizzazione dell’attività illecita, quantificando un giro d’affari significativo, stimato in oltre settantacinquemila euro, solo nel primo quadrimestre del 2025.
Questo caso, oltre all’accusa di esercizio abusivo della professione di medico estetico, apre un dibattito più ampio sull’importanza di una vigilanza costante nel controllo delle attività sanitarie, sulla necessità di regolamentare l’utilizzo di sostanze bioattive e sulla consapevolezza dei rischi che derivano dall’affidarsi a professionisti non qualificati, con gravi implicazioni per la sicurezza e il benessere dei pazienti.
L’episodio sottolinea la cruciale necessità di garantire l’accesso a cure mediche estetiche sicure e qualificate, tutelando al contempo la professione medica e l’etica professionale.

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