La crescente inquietudine dei dipendenti di Telecontact Center si traduce in una mobilitazione sempre più sentita, in risposta alla decisione strategica di Tim di cedere l’azienda a Dna srl, una società del Gruppo Distribuzione con sede a Palermo e operante nel settore dei contact center.
Il fulcro della protesta, oggi a Caltanissetta, testimonia la profonda incertezza che grava sui 336 lavoratori del capoluogo nisseno, un numero che si eleva a oltre 1.600 a livello nazionale.
Il sentimento espresso da Manuela Marrella, voce tra le schiere dei lavoratori, incarna la fragilità percepita: “Ci sentiamo in balia delle onde, esposti a forze esterne che minano la nostra sicurezza e quella delle nostre famiglie.
” Questa sensazione è acuita dalla consapevolezza del ruolo sociale cruciale che Telecontact ricopre nella comunità locale, e dalla paura di un futuro incerto per le generazioni future.
La lotta, dunque, non è solo per il mantenimento del posto di lavoro, ma per la difesa di un’identità professionale e di un progetto di vita.
L’operazione di cessione, definita dai sindacati come una vera e propria esternalizzazione, solleva interrogativi sulla tutela dei diritti acquisiti nel rapporto di lavoro con Tim.
La cessione a Dna srl, una società caratterizzata da un capitale sociale limitato (solo 10.000 euro), alimenta ulteriormente le preoccupazioni sulla sua capacità di assorbire e gestire un carico lavorativo così consistente, garantendo al contempo livelli adeguati di remunerazione e condizioni di lavoro dignitose.
Il primo tentativo di mediazione tra le parti, il cosiddetto “incontro di raffreddamento”, si è rivelato inconcludente, e la posizione di Tim appare ferma, in linea con le decisioni assunte a livello amministrativo.
La vertenza è ora in attesa di un intervento da parte del Ministero del Lavoro, un’istanza di monitoraggio e potenziale intervento che potrebbe contribuire a trovare una soluzione equilibrata per tutte le parti coinvolte.
Il sindaco di Caltanissetta, Walter Tesauro, ha espresso il suo sostegno ai lavoratori, sottolineando l’importanza di tutelare le loro aspettative e la stabilità delle loro famiglie.
L’istituzione di un “tavolo tecnico permanente” testimonia l’impegno dell’amministrazione locale nel seguire da vicino l’evoluzione della situazione, garantendo una voce autorevole e proattiva nella discussione.
La protesta, inizialmente manifestata con uno sciopero, si tradurrà in un’astensione dal lavoro di due ore ogni giorno, fino al 16 dicembre, un segnale chiaro della determinazione dei lavoratori a non arrendersi e a proseguire nella loro battaglia per la salvaguardia dei loro diritti e del loro futuro.
Questa azione dimostra una volontà collettiva di resistere e di mantenere alta l’attenzione pubblica su una questione di cruciale importanza per la comunità locale e per il mondo del lavoro italiano.







