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venerdì 14 Novembre 2025

Valentina Milluzzo: Cassazione Annulla Assoluzione dei Medici

La vicenda che coinvolge Valentina Milluzzo, la giovane donna deceduta nel 2016 a seguito di complicazioni derivanti da una gravidanza multipla ottenuta tramite fecondazione assistita, ha visto una recente svolta significativa con la decisione della Corte di Cassazione.

L’organo giudiziario ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione emessa a carico di quattro medici del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Cannizzaro di Catania, focalizzandosi esclusivamente sulla prospettiva civile del procedimento, distinto da quella penale.

Questa decisione rappresenta un punto cruciale, poiché la sentenza di assoluzione, che aveva formulato l’affermazione “il fatto non sussiste”, è stata appellata unicamente dalla sorella della defunta, Angela Maria Miluzzo, e non dall’ufficio del pubblico ministero di Catania, elemento che ne determina l’esito.

La storia si articola in un percorso giudiziario complesso.
In primo grado, nel 2022, i medici erano stati condannati per omicidio colposo, con una pena sospesa e un risarcimento provvisorio di trenta mila euro a favore della sorella della vittima.

Questa sentenza, tuttavia, è stata successivamente ribaltata in appello, nonostante la richiesta di conferma da parte del pubblico ministero.
L’assoluzione, quindi, ha rappresentato un ulteriore capitolo di questa tragica vicenda, alimentando interrogativi e riserve sulla correttezza della ricostruzione dei fatti.

I medici coinvolti, Ivana Campione, Giuseppe Maria Alberto Calvo, Alessandra Coffaro e Vincenzo Filippello, hanno ricoperto ruoli diversi nel reparto e nella sala parto, alternandosi nei turni di guardia tra il 15 e il 16 ottobre 2016, data del decesso di Valentina.

L’accusa, sostenuta dalla Procura di Catania, ha contestato ai medici la responsabilità derivante da colpa professionale, imputando loro imprudenza, negligenza e imperizia, fattori che avrebbero innescato una progressione incontrollabile di una sepsi, trasformandola in uno shock settico irreversibile e portando alla morte della paziente.

Il caso ha suscitato un’attenzione nazionale, estendendosi oltre l’ambito giudiziario, con l’intervento del Ministero della Salute, che ha disposto un’ispezione presso l’ospedale Cannizzaro, al fine di accertare eventuali disfunzioni e carenze organizzative che possano aver contribuito al tragico evento.
La decisione della Cassazione, quindi, riapre la questione, invitando la Corte d’appello a riesaminare attentamente la ricostruzione dei fatti e a valutare, alla luce delle nuove evidenze, la responsabilità dei medici coinvolti, sollevando anche interrogativi più ampi sulle procedure mediche e sulla gestione del rischio in contesti di fecondazione assistita, con particolare attenzione alle possibili implicazioni legali e deontologiche derivanti da errori o omissioni in tali delicate procedure.
L’aspetto cruciale, in questa fase, risiede nella necessità di una verifica imparziale e approfondita per garantire giustizia alla memoria di Valentina e per prevenire il ripetersi di simili tragedie.

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