Violenzometro: un segnalibro contro la violenza sulle giovani generazioni

Un oggetto apparentemente umile, un segnalibro, si rivela uno strumento di sensibilizzazione potente e innovativo nella lotta contro la violenza di genere.

L’iniziativa, promossa dall’associazione InformaGiovani in collaborazione con la rete internazionale IgNet, ha visto la distribuzione di questi “violenzometri” in scuole palermitane, con l’obiettivo di fornire ai giovani strumenti concreti per riconoscere e contrastare dinamiche relazionali abusive.
L’impegno iniziale, che ha coinvolto istituti come il liceo Galilei, il Regina Margherita e il Pio La Torre, si tradurrà nella diffusione di circa 10.000 esemplari in tutta la Sicilia, e la sua fruibilità sarà estesa a 21 paesi europei grazie alla disponibilità online.
Il violenzometro non è un semplice strumento di identificazione, ma un vero e proprio percorso di consapevolezza.
Le frasi che lo compongono, ad esempio “Va su tutte le furie quando qualcosa non gli sta bene” o “ti spinge, ti strattona, ti dà schiaffi, ti fa male,” non intendono fornire una diagnosi, ma stimolare una riflessione critica sulle manifestazioni di controllo e aggressività che possono celarsi in relazioni apparentemente normali.
L’importanza di un’educazione affettiva strutturata emerge chiaramente dalle parole di Mauro Dagnino, docente del Regina Margherita.
La tendenza a minimizzare comportamenti problematici, etichettandoli come “ragazzate”, rischia di perpetuare cicli di violenza.
È imperativo promuovere una cultura del rispetto, dove l’amore si fonda sulla reciprocità e l’autonomia individuale, e non sul controllo o sull’umiliazione.

L’esperienza di Alice Biundo, studentessa del liceo Galilei, riflette una preoccupazione diffusa tra i giovani: la sensazione di insicurezza, l’incapacità di riconoscere segnali di pericolo.

Questa difficoltà è spesso alimentata dalla tendenza a interiorizzare comportamenti dannosi, a considerarle parte integrante di una relazione.
Matilda Arcoleo, un’altra studentessa del Galilei, sottolinea come la paura del giudizio e la difficoltà nell’esprimere i propri sentimenti possano portare a una normalizzazione della violenza.
La chiave per spezzare questo circolo vizioso è la capacità di chiedere aiuto, di rompere il silenzio e di cercare supporto esterno.

Stefania Dagnino, di InformaGiovani, evidenzia come spesso la gelosia venga erroneamente confusa con l’amore, il possesso con l’attenzione.

L’obiettivo è fornire ai giovani gli strumenti di prevenzione necessari per sviluppare relazioni sane e basate sul rispetto reciproco.

L’iniziativa si pone come un appello a una profonda riflessione sull’educazione affettiva, auspicando attività formative più strutturate a livello scolastico, capaci di promuovere una cultura del rispetto e dell’autonomia.

La diffusione del violenzometro, con la sua forza evocativa e la sua accessibilità, rappresenta un passo significativo in questa direzione, un invito a riconoscere la violenza per quello che è e a costruire un futuro in cui il rispetto e la sicurezza siano valori imprescindibili.

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