A Catania, si registra il primo caso documentato di infezione da virus del Nilo Occidentale, un evento che solleva interrogativi significativi sulla crescente presenza di questo patogeno in territori precedentemente considerati a basso rischio.
Il paziente, un uomo di 74 anni originario di Caserta, è attualmente ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cannizzaro, in condizioni di seria preoccupazione.
La vicenda evidenzia la vulnerabilità di individui immunocompromessi di fronte a infezioni opportunistiche.
La diagnosi, arrivata in seguito a un accesso d’urgenza al pronto soccorso, è stata resa necessaria dall’insieme dei sintomi presentati dal paziente: diplopia, ovvero una percezione visiva sdoppiata e disturbante, associata a una febbre iperpiretica che ha superato la soglia dei 41 gradi Celsius.
Il virus del Nilo Occidentale, trasmesso principalmente attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere *Culex*, è un flavivirus diffuso in Africa, Asia, Europa e Americhe.
Il ciclo di trasmissione è complesso e coinvolge uccelli, che fungono da serbatoi virali, e zanzare, che agiscono come vettori.
L’uomo, e in particolare le persone con sistema immunitario compromesso, rappresentano un ospite occasionale.
Sebbene la maggior parte delle infezioni rimanga asintomatica o si manifesti con sintomi simil-influenzali, in alcuni casi, soprattutto in soggetti anziani o immunocompromessi, il virus può interessare il sistema nervoso centrale, causando encefaliti, meningiti o, come in questo caso, sintomi neurologici gravi che richiedono un intervento medico intensivo.
La diplopia, un sintomo acuto e debilitante, suggerisce un coinvolgimento diretto del nervo ottico o delle aree cerebrali responsabili del controllo motorio oculare.
Questo caso inatteso a Catania, un’isola situata in un contesto geografico mediterraneo, potrebbe riflettere cambiamenti climatici che favoriscono la proliferazione delle zanzare vettrici e l’espansione del ciclo virale.
L’aumento delle temperature medie e le precipitazioni irregolari possono creare condizioni ideali per la riproduzione delle zanzare, ampliando l’area di rischio.
La gestione del caso e l’indagine epidemiologica che ne consegue saranno cruciali per identificare la fonte di infezione, monitorare la presenza del virus nella popolazione delle zanzare locali e adottare misure preventive volte a ridurre il rischio di ulteriori contagi.
Queste misure potrebbero includere la disinfestazione delle aree zanzarose, la sensibilizzazione della popolazione sull’importanza di proteggersi dalle punture di zanzara (utilizzando repellenti, indumenti protettivi e zanzariere) e il controllo delle acque stagnanti, che rappresentano siti di riproduzione per le zanzare.
Il caso, seppur isolato, desta l’attenzione delle autorità sanitarie, che dovranno rafforzare la sorveglianza epidemiologica e prepararsi a possibili future ondate di infezioni da virus del Nilo Occidentale, in un contesto globale caratterizzato da un aumento delle malattie infettive emergenti e riemergenti.
La consapevolezza e la vigilanza sono fondamentali per proteggere la salute pubblica.