L’esperienza vissuta da Alessandro, il diciassettenne rapito a Vittoria, ha lasciato un’impronta indelebile, un trauma che va al di là della mera liberazione fisica.
Il padre, con voce intrisa di sollievo e angoscia, ha descritto un sequestro apparentemente inusuale, caratterizzato da una gestione “mite” del detenuto, che non nega però la gravità del gesto e il profondo turbamento interiore provato dal figlio.
Alessandro, restituito in serata al commissariato di Vittoria, è stato in grado di ricostruire, con frammenti confusi e filtrati dalla paura, le ore buie del rapimento.
Contrariamente a scenari più violenti, i suoi carcerieri non ricorsero a minacce o coercizioni fisiche, offrendogli cibo e bevande.
Tuttavia, l’assenza di fame era sintomo della paralisi emotiva che lo aveva invaso.
La sete, invece, forse un tentativo inconscio di placare l’ansia.
Il giovane è rimasto disorientato, incapace di orientarsi durante il tragitto che lo allontanò dalla piazzetta dove si trovava con gli amici.
L’incappucciamento totale lo privò di qualsiasi punto di riferimento visivo, rendendo il percorso un vuoto assoluto.
La durata del viaggio, stimata in circa mezz’ora, fu percepita come un’eternità, amplificata dal terrore e dall’incertezza.
La prigionia si consumò in un ambiente isolato, probabilmente una casa di campagna, dove Alessandro fu lasciato solo in una stanza.
I suoi carcerieri, sempre incappucciati, evitavano qualsiasi contatto diretto, mantenendo un distacco inquietante.
Il silenzio era rotto solo dal rombo degli elicotteri, un suono che accresceva la sensazione di essere osservato, di essere parte di un disegno più ampio e misterioso.
L’inattesa liberazione, avvenuta a tarda mattinata, fu altrettanto brusca e priva di spiegazioni.
Alessandro fu condotto in auto fuori dall’abitato, abbandonato in una strada isolata.
La lunga camminata per rientrare in città, seguita dall’inaspettato aiuto di sconosciuti che lo condussero al commissariato, segnò la fine del sequestro, ma non la fine del trauma.
Le circostanze che hanno portato a questo gesto, le motivazioni dei rapitori e l’identità dei complici rimangono avvolte nel mistero.
L’indagine, condotta dalla polizia con la collaborazione dei carabinieri, si concentra ora sulla ricostruzione dettagliata degli eventi e sull’identificazione dei responsabili, al fine di fare luce su un episodio che ha scosso profondamente la comunità di Vittoria e lasciato un segno indelebile nel cuore di un giovane.
Il percorso di recupero psicologico di Alessandro sarà lungo e complesso, ma il sostegno della famiglia e l’attenzione delle autorità saranno fondamentali per aiutarlo a superare questo momento difficile e a ritrovare la serenità perduta.






