L’Università degli Studi di Messina ha celebrato con solennità e profonda riflessione la figura di Paola Cortellesi, conferendole il titolo di Dottore Magistrale *honoris causa* in Giurisprudenza.
La scelta dell’ateneo peloritano non è stata una semplice cerimonia di premiazione, ma una dichiarazione di intenti, un riconoscimento del valore artistico e sociale di una figura che, attraverso il cinema, ha saputo illuminare aspetti cruciali dell’identità femminile e delle dinamiche sociali italiane.
Nel suo discorso di accettazione, l’attrice e regista romana, visibilmente commossa, ha espresso la propria gratitudine alla rettrice Giovanna Spatari e all’intera comunità accademica messinese.
L’occasione ha permesso a Cortellesi di riflettere sul significato di un onorificenza così prestigiosa, paragonandola a precedenti riconoscimenti che avevano suscitato dibattiti e perplessità.
Con umiltà, ha sottolineato la natura paradossale di una laurea conseguita senza aver affrontato il percorso accademico tradizionale, evidenziando l’importanza, al di là dei percorsi formali, del contributo che l’arte può offrire alla comprensione del mondo.
Il discorso ha assunto un tono ancora più significativo quando Cortellesi ha dedicato il riconoscimento a tutte le donne e all’intero settore culturale, duramente colpito dalle recenti e ripetute riduzioni di finanziamenti.
Un appello velato, un monito alla necessità di sostenere e valorizzare la creatività e l’impegno artistico come elementi fondamentali per la crescita culturale e sociale del Paese.
La cerimonia si è conclusa con un gesto simbolico di grande impatto emotivo: l’intitolazione del cortile del Rettorato all’onore di Lorena Quaranta e Sara Campanella, due giovani studentesse dell’ateneo siciliano tragicamente vittime di femminicidio.
Un omaggio voluto con forza dalla rettrice Spatari, un atto di memoria che vuole rappresentare un monito costante contro la violenza di genere e un impegno concreto per la costruzione di una società più giusta e sicura per le donne.
La presenza dei genitori delle due ragazze, testimoni diretti di un dolore incommensurabile, ha conferito all’evento una profondità e un’intensità ancora maggiori, trasformando la celebrazione in un momento di riflessione collettiva e di rinnovata consapevolezza.
L’atto rappresenta un tassello importante nel percorso di un’università impegnata a promuovere valori di legalità, equità e rispetto dei diritti umani.






