Mediterraneo: storie di cambiamento, tra crisi e speranza.

Il Mediterraneo, culla di civiltà e crocevia di culture, si trova sull’orlo di una trasformazione radicale, un processo di mutamento accelerato che trascende la semplice crisi climatica e abbraccia un intreccio complesso di sfide ambientali, sociali ed economiche.

L’esposizione interattiva “Hotspot Mediterraneo”, ospitata dall’Eco-museo del mare di Palermo dal 13 dicembre 2024 al 1° febbraio 2026, sotto il patrocinio del Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, si propone di svelare questa realtà multiforme, offrendo uno sguardo profondo e coinvolgente sul futuro del Mare Nostrum.

Nata dalla sinergia tra la sensibilità visiva del fotografo documentarista Francesco Bellina e l’acume giornalistico ambientale di Stefano Liberti, la mostra è il risultato di un intenso biennio di ricerca sul campo, un viaggio attraverso le coste d’Europa, Nord Africa e Medio Oriente che ha documentato non solo l’impatto del cambiamento climatico, ma anche le storie delle persone che lo vivono in prima persona.

L’esposizione, che unisce fotografia, narrazione e musica, non si limita a presentare un mero resoconto di disastri ambientali.

Al contrario, offre un’analisi stratificata delle dinamiche in atto, esaminando le cause profonde della crisi e le possibili vie d’uscita.

Le 43 fotografie, potenti testimonianze di un Mediterraneo in evoluzione, sono accompagnate da testi originali, letti dallo stesso Stefano Liberti, accessibili tramite un’applicazione mobile in italiano e inglese, che arricchiscono l’esperienza del visitatore con approfondimenti e aneddoti.

Un monologo musicale, con la partecipazione del violoncellista e fisarmonicista Pasquale Filastò, offre una dimensione emotiva al racconto, creando un’atmosfera suggestiva e coinvolgente.

Tra le storie emerse dal viaggio, si stagliano le conseguenze dell’introduzione di specie aliene, la minaccia dell’innalzamento del livello del mare che incombe sulle isole di Kerkennah, in Tunisia, e le drammatiche vicende della città di Gabès, dove intere comunità sono costrette all’esodo climatico verso l’Europa.
Ma accanto alle storie di perdita e di sofferenza, emergono anche esempi di resilienza e di speranza.

L’impegno dell’organizzazione non governativa Archipelagos, fondata da un ex capitano di petroliere, che ora si dedica al monitoraggio e alla tutela dell’Egeo orientale, e la vicenda del Mar Menor, la più grande laguna salata d’Europa, che ha ottenuto la personalità giuridica grazie alla mobilitazione popolare, rappresentano segnali di una possibile inversione di rotta.
La mostra non trascura, inoltre, il legame intrinseco tra l’uomo e il mare, valorizzando il lavoro, la cultura e le tradizioni della pesca, con uno sguardo ampio e collettivo che pone al centro il “sistema Mediterraneo” nella sua complessità e interconnessione.

“Hotspot Mediterraneo” si configura, dunque, non solo come un’esposizione artistica, ma come un vero e proprio invito alla riflessione e all’azione, un appello a proteggere il Mediterraneo, patrimonio inestimabile dell’umanità.

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