lunedì 18 Agosto 2025
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Pippo Baudo: il primo no che lo ha proiettato al successo.

La storia di Antonino Messina, testimone oculare di un episodio quasi dimenticato, ci offre un affascinante spaccato del percorso di un futuro gigante della televisione italiana: Pippo Baudo.
Nel 1964, Santa Teresa di Riva, piccola comunità costiera incastonata nella provincia di Messina, si apprestava a ospitare la prima edizione di “Labarissimo”, una kermesse canora con ambizioni multiculturali, volta a celebrare la diversità artistica e folkloristica della riviera messinese.
Messina, allora giovane organizzatore, ricorda vividamente l’incontro con un ventottenne Pippo Baudo, un aspirante conduttore radio-televisivo desideroso di farsi notare nel panorama nazionale.

L’entusiasmo di Baudo era palpabile, la sua ambizione di lasciare un segno nella televisione italiana era evidente.

Tuttavia, un dettaglio apparentemente banale – la richiesta di un cachet – si rivelò un ostacolo insormontabile.

L’aspettativa di un compenso di 50.000 lire a serata, un importo considerevole per il budget limitato dell’evento, mise in difficoltà gli organizzatori.

La Pro Loco, guidata dall’avvocato Carmelo Rammi, si trovò costretta a declinare l’offerta.

La reazione di Baudo, tuttavia, fu esemplare: rifiutò con garbo e professionalità, augurando il meglio per la manifestazione.

Questo episodio, apparentemente marginale, illumina un aspetto cruciale della carriera di un artista: la perseveranza.
Anche i talenti più brillanti, i futuri conduttori di Festival di Sanremo, devono affrontare rifiuti, compromessi e battute d’arresto.

L’aneddoto, ripescato dalla memoria di Messina, sottolinea come l’ostinazione e la capacità di accettare le difficoltà siano ingredienti fondamentali per il successo.

Anni dopo, durante una trasmissione televisiva, Messina chiese a Baudo se ricordasse quell’episodio.
La risposta del conduttore, vaga e quasi distratta, testimonia la vastità delle esperienze vissute e la difficoltà di ancorare nella memoria dettagli di un passato remoto.
Eppure, quella mancata collaborazione, quel “no” ricevuto, contribuisce a definire il percorso di un uomo che, da allora, ha lasciato un segno indelebile nella cultura italiana, dimostrando che anche le porte chiuse possono essere trampolini di lancio verso il successo.

La storia di Messina e Baudo è un piccolo tassello nel mosaico di una carriera straordinaria, un promemoria che il talento, l’ambizione e la resilienza sono le chiavi per realizzare i propri sogni.

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