L’eco di storie terribili risuona ancora tra le mura dell’ex carcere di San Vito, un luogo intriso di memoria e dolore. L’ultimo secondino, con la consegna simbolica delle chiavi, ha sigillato un capitolo, aprendo però a una nuova stagione di speranza e rigenerazione. L’apertura delle porte ha generato un flusso continuo di persone, testimoni di un passato che si fa carico di un futuro.L’iniziativa di Farm, con il supporto di Art Bonus, rappresenta un atto di coraggio e lungimiranza, un ponte verso il futuro attraverso il recupero di un bene pubblico. L’idea di trasformare un luogo di privazione in un fulcro di creatività e inclusione sociale è rivoluzionaria, un’eco del progetto Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.Gli studenti del Politecnico, confrontandosi con l’architettura imponente e la sofferenza palpabile che permea l’edificio, hanno compreso che la rinascita di San Vito non può essere un’operazione estetica superficiale, ma un processo partecipativo, un’esperienza collettiva. Si tratta di raccogliere il dolore del passato, metabolizzarlo e trasmutarlo in un’esperienza positiva, proiettata verso un futuro sostenibile, caratterizzato da leggerezza e dalla creazione di spazi dedicati ai bambini, liberi da influenze adulte.I diciassette progetti selezionati, frutto del contributo di giovani provenienti da ogni angolo del mondo, testimoniano la forza di un approccio multidisciplinare e inclusivo. Silvano Arcamone, della direzione regionale Sicilia dell’Agenzia del Demanio, sottolinea l’impegno di Farm nel restituire dignità a un bene pubblico abbandonato da quasi tre decenni. L’inversione del paradigma tradizionale – agire prima con il riuso temporaneo e poi attendere i finanziamenti – dimostra una visione audace e una profonda fiducia nel potere della comunità.Il sindaco Franco Miccichè evoca la storia e la sofferenza scolpita nelle pareti, un patrimonio immateriale che va preservato e reinterpretato. Giuseppe Parello, direttore generale di Agrigento2025, ribadisce l’impegno a sostenere progetti che lascino un’eredità duratura nella città, alimentando un’identità culturale vibrante e innovativa.Questo non è solo un recupero di un edificio, ma un atto di fede nella capacità di trasformare il dolore in bellezza, la prigione in spazio di libertà, la storia in opportunità. Un luogo dove il passato dialoga con il futuro, nutrendo un senso di appartenenza e ispirando nuove generazioni a costruire un Agrigento più giusta, inclusiva e culturalmente ricca. Un’eredità che Agrigento, capitale della cultura, intende portare avanti, alimentata dalla collaborazione di tutte le realtà del territorio, piccole e grandi, ognuna portatrice di un contributo prezioso.
San Vito Rinasce: Dolore, Memoria e Speranza per Agrigento.
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