Nunzia Scalzo e il Labirinto della Scrittura: “La Regola dell’Ortica”Nunzia Scalzo, figura poliedrica che affonda le sue radici nella filosofia, nel giornalismo e nell’enigmatica arte della grafologia forense, ci introduce a Bea Navarra, protagonista del suo esordio romanzesco, “La Regola dell’Ortica”. Più che un semplice giallo, l’opera si configura come un’esplorazione psicologica e sociale, un viaggio nel cuore delle dinamiche familiari e delle ombre che si celano dietro le facciate della Catania bene degli anni Sessanta. Scalzo, che da venticinque anni esercita la stessa professione della sua eroi nata in Germania da genitori siciliani, offre una prospettiva unica e penetrante sulla natura umana, decifrando i segreti racchiusi nei tratti di una scrittura.Il romanzo, inaugurando una nuova serie dedicata alla Grafologa, si apre con un mistero irrisolto: il biglietto d’addio di Norma Speranza, una giovane donna ritrovata senza vita nel salotto di casa a Catania nel 1965. Le indagini dell’epoca conclusero con un suicidio, supportato da un biglietto che recitava: “Tutto è distrutto e io mi ammazzo”. Tuttavia, la famiglia di Norma, animata da un profondo sospetto, sostiene che si tratti di un omicidio, e che il biglietto sia un’abile messaggera di un alibi costruito ad arte.Sessant’anni dopo, la nipote di Norma commissiona a Bea Navarra, grafologa forense di fama, l’analisi cruciale di quel documento, un atto che riapre un cold case e trascina Bea e il suo collaboratore, il giornalista Domenico Grimaldi, in un vortice di segreti inconfessabili. La ricostruzione degli eventi si sviluppa attraverso le voci dei protagonisti: i parenti di Norma e Andrea, i portinai che li assistettero, l’amica Evelina, ognuno dei quali custodisce una porzione della verità, spesso celata da un velo di reticenza e menzogna.Il titolo, “La Regola dell’Ortica”, evoca una metafora potente e significativa: la consapevolezza del dolore emerge solo quando si lascia andare la presa, quando si smette di aggrapparsi alle illusioni e alle convinzioni preconcette. Questa “regola” si applica non solo all’analisi della scrittura, dove la verità si rivela solo abbandonando i pregiudizi, ma anche alla comprensione delle intricate relazioni umane e dei traumi sepolti nel passato.L’indagine di Bea e Domenico non si limita a svelare la dinamica della morte di Norma Speranza, ma conduce alla scoperta di un mondo di ipocrisie, amori proibiti, ambizioni soffocate e affari loschi, un ritratto impietoso della società catanese dell’epoca, dove l’apparenza e il decoro prevalgono sulla verità e sulla giustizia. Ogni testimonianza si rivela un tassello di un mosaico complesso, un indizio che può portare alla luce il colpevole, ma anche un nuovo motivo di sospetto e di inganno. Scalzo, con maestria, intreccia le vicende del passato con il presente, creando un romanzo avvincente e ricco di suspense, che invita il lettore a interrogarsi sulla natura del male e sulla fragilità dell’animo umano.
Scalzo e il mistero di Catania: La Regola dell’Ortica
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