Il governo italiano ha formalizzato un atto di indirizzo strategico di rilevanza nazionale con la firma di un decreto interministeriale volto a identificare e valorizzare aree demaniali marittime idonee all’insediamento di poli cantieristici specializzati nella costruzione offshore.
Questa iniziativa, promossa congiuntamente dai ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Ambiente e della Transizione Ecologica, e dell’Economia e delle Finanze, rappresenta un tassello fondamentale per accelerare la transizione verso un modello energetico più sostenibile e rafforzare la competitività del sistema industriale nazionale.
Le aree selezionate come prioritarie per lo sviluppo di questi hub cantieristici sono quelle di Augusta e Taranto, scelte sulla base di una rigorosa valutazione che ha preso in considerazione non solo la fattibilità tecnico-economica dei progetti, ma anche la disponibilità di superfici adeguate, la rapidità di realizzazione, l’efficienza delle infrastrutture logistiche esistenti e il potenziale di integrazione con filiere industriali preesistenti.
La scelta di queste due aree, storicamente connotate da attività industriali significative, mira anche a favorire la riconversione di aree in trasformazione e a creare opportunità di sviluppo occupazionale in contesti socio-economici che ne hanno particolarmente bisogno.
Gli interventi infrastrutturali previsti non si limitano a semplici ammodernamenti, ma includono operazioni complesse di dragaggio, adeguamento delle banchine per accogliere imbarcazioni di grandi dimensioni e la creazione di nuove aree di stoccaggio e assemblaggio.
Questi interventi mirano a creare infrastrutture all’avanguardia, in grado di supportare l’intera filiera della produzione di energia eolica offshore: dalla fabbricazione di componenti specializzati, all’assemblaggio di turbine eoliche complete, fino al varo delle piattaforme galleggianti.
La scelta di concentrarsi sull’eolico galleggiante riflette la crescente consapevolezza del suo potenziale in aree geografiche caratterizzate da acque profonde e distanti dalla costa, ampliando significativamente le aree potenzialmente sfruttabili per la produzione di energia.
L’investimento complessivo, pari a 78,3 milioni di euro, distribuito in un triennio a partire dal 2025, sarà finanziato attraverso la riallocazione dei proventi derivanti dalle aste di quote di emissione di CO₂, evidenziando l’impegno del governo a collegare la crescita economica alla tutela ambientale.
Questa scelta finanziaria non solo assicura la disponibilità delle risorse necessarie, ma segnala anche una priorità politica verso la decarbonizzazione dell’economia.
L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di politiche volte a consolidare il ruolo dell’Italia come leader europeo e mediterraneo nel settore dell’energia rinnovabile offshore.
L’ambizione è quella di creare un ecosistema industriale integrato, capace di attrarre investimenti esteri, generare nuove competenze e posizionare il Paese come centro di eccellenza nella progettazione, costruzione e manutenzione di impianti eolici in mare aperto.
La presenza di competenze specialistiche, la posizione strategica nel cuore del Mediterraneo e la capacità di innovazione rappresentano elementi chiave per il successo di questo ambizioso progetto, che si prefigge di contribuire significativamente alla transizione energetica e alla creazione di un futuro più sostenibile per il Paese.
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa come motore di sviluppo per il Paese e come segno tangibile dell’impegno del governo verso la decarbonizzazione dell’economia italiana.