La comunità della pesca siciliana, duramente colpita da una crisi strutturale che minaccia la sua stessa sopravvivenza, ha intensificato la sua richiesta di intervento urgente da parte delle istituzioni regionali.
Un corteo di pescatori, armatori, commercianti e rappresentanti delle cooperative di Sciacca (Agrigento), unita alla partecipazione attiva del sindaco Fabio Termine e di consiglieri comunali, ha manifestato questa mattina davanti al Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), esprimendo un disagio profondo e articolato.
La radice del problema affonda in un drammatico declino della biomassa ittica nel Canale di Sicilia, un’area tradizionalmente ricca di risorse marine e fulcro dell’economia locale.
Questa contrazione, le cui cause sono oggetto di accese discussioni e complesse analisi – che spaziano dai cambiamenti climatici all’eccessivo sfruttamento delle risorse, passando per l’inquinamento – ha innescato una reazione a catena con conseguenze devastanti per l’intera filiera.
La richiesta centrale è il riconoscimento formale dello stato di calamità naturale, una misura che permetterebbe l’applicazione di procedure accelerate e l’accesso a risorse straordinarie.
Tuttavia, le istanze presentate alla Regione Siciliana, attraverso l’Assessore all’Agricoltura e Pesca Mediterranea Luca Sammartino, sono ben più ampie e mirano a costruire un solido sistema di supporto per il settore.
Oltre al riconoscimento dello stato di calamità, i rappresentanti della pesca siciliana chiedono l’istituzione di un fondo di solidarietà, un meccanismo di sostegno finanziario dedicato a mitigare l’impatto immediato della crisi.
La richiesta di ristori economici è volta a compensare le perdite subite, mentre l’esonero dalle accise sui carburanti si pone come misura cruciale per ridurre i costi operativi, già gravati dalla diminuzione delle catture.
L’accesso agevolato al credito è fondamentale per garantire la continuità delle attività produttive, consentendo alle imprese di far fronte alle necessità di liquidità.
Sgravi sui contributi fiscali alleggerirebbero il peso finanziario sulle spalle degli operatori, permettendo loro di reinvestire in modo più efficace.
Infine, gli aiuti per l’ammodernamento delle attrezzature rappresentano un investimento strategico per il futuro, mirando a migliorare l’efficienza, la sostenibilità e la competitività del settore.
Questa mobilitazione collettiva non si limita a una mera richiesta di soccorso, ma si configura come un appello a un ripensamento profondo delle politiche di gestione delle risorse marine, promuovendo un modello di sviluppo più sostenibile e resiliente, in grado di preservare il patrimonio ittico siciliano per le future generazioni.
Il futuro di una comunità intera è in bilico, e la risposta delle istituzioni regionali sarà determinante.