La scomparsa di Ivan Lo Bello, avvenuta a Catania, segna la perdita di una figura chiave nel panorama economico e istituzionale siciliano. A 62 anni, Lo Bello lascia un’eredità complessa e densa di impegno civile e imprenditoriale, un capitolo importante nella storia recente dell’isola. La sua carriera, costellata di ruoli di leadership, testimonia un percorso dedicato alla crescita economica e alla legalità.Laureato in Giurisprudenza, Lo Bello incarnò un approccio pragmatico e rigoroso nel mondo degli affari, una visione che lo ha portato a rivestire cariche prestigiose in diverse istituzioni. La sua presidenza di Confindustria Siracusa (1999-2005) fu un preludio al ruolo più ampio che avrebbe assunto a livello regionale, con l’elezione a presidente di Confindustria Sicilia nel 2006. Questo incarico lo proiettò anche nella leadership nazionale, come vicepresidente con delega all’Educazione, evidenziando il suo interesse per la formazione e lo sviluppo delle nuove generazioni di imprenditori.Tuttavia, l’impegno di Lo Bello non si limitò alla sola sfera industriale. La sua visione strategica lo ha portato a ricoprire la presidenza della Camera di Commercio di Siracusa, un ruolo cruciale per lo sviluppo del territorio e per il sostegno alle piccole e medie imprese. La sua elezione a presidente di Unioncamere (2015-2018) confermò il suo ruolo di guida per il sistema camerale regionale, promuovendo iniziative per l’internazionalizzazione e l’innovazione. Lo Bello fu anche attivo nel settore finanziario, assumendo la presidenza del Banco di Sicilia (2008-2010) e UniCredit Leasing (2010), dimostrando una solida competenza nella gestione e nello sviluppo di istituzioni finanziarie. La sua presenza nel consiglio di amministrazione della fondazione Censis (dal 2010) sottolinea il suo interesse per la ricerca sociale e per l’analisi delle dinamiche economiche e culturali.Un elemento distintivo della sua attività fu l’instancabile lotta contro la criminalità organizzata e, in particolare, contro il fenomeno dell’estorsione. Come artefice del Codice etico di Confindustria Sicilia, Lo Bello promosse una linea di ferma condanna del pagamento della tangente, introducendo una clausola di espulsione per gli imprenditori che cedevano al ricatto. Questa iniziativa, che ha contribuito a rafforzare la cultura della legalità, testimonia il suo profondo senso di responsabilità civica e il suo impegno per la costruzione di un’economia più trasparente e onesta. La sua eredità è quella di un leader che ha saputo coniugare successo imprenditoriale, impegno istituzionale e difesa dei valori etici, lasciando un segno indelebile nella storia della Sicilia.
Ivan Lo Bello: un leader siciliano tra economia e legalità.
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