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venerdì 7 Novembre 2025

Ponte sullo Stretto: tra Burocrazia, Costi e Ambizioni del Governo

Il Ponte sullo Stretto di Messina: un’opera millenaria tra sfide burocratiche, implicazioni economiche e ambizioni geopolitiche.
L’impegno del Governo Meloni, incarnato dalle parole del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, riflette una determinazione ferma, seppur temperata da un’attenta considerazione delle tempistiche procedurali e delle preoccupazioni sollevate dalla Corte dei Conti.

L’opera, che da un secolo alimenta il dibattito pubblico, rappresenta per l’Italia non solo un collegamento infrastrutturale tra Sicilia e Calabria, ma un simbolo di progresso, coesione territoriale e riaffermazione del ruolo strategico del Paese nel Mediterraneo.
Salvini, evidenziando l’impegno personale profuso e proiettato nel tempo, sottolinea come la realizzazione del Ponte trascenda la mera dimensione ingegneristica, configurandosi come un investimento di lungo periodo con ripercussioni significative sull’economia e sullo sviluppo del Sud Italia.
La riunione a Palazzo Chigi, a cui hanno partecipato la Presidente del Consiglio Meloni, i Vicepresidenti Salvini e Tajani e i Sottosegretari Mantovano e Fazzolari, ha sancito l’intenzione di attendere l’analisi dettagliata delle motivazioni della delibera della Corte dei Conti, un passaggio cruciale che potrebbe influenzare l’iter procedurale.
Questa pausa strategica, lungi dall’essere un segno di incertezza, mira a garantire una risposta puntuale e completa a ogni rilievo, sfruttando al meglio gli strumenti legali a disposizione.

L’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha quantificato la struttura societaria come snella, composta da un centinaio di professionisti, dissipando timori di costi esorbitanti.
Tuttavia, ha espresso preoccupazione per l’impatto economico di eventuali ritardi prolungati, che potrebbero comportare una revisione dei corrispettivi contrattuali, legati all’inflazione e all’aggiornamento dei prezzi al 2023.
Un’ulteriore dilazione potrebbe comportare un aumento dei costi complessivi, rendendo l’opera meno sostenibile economicamente.

Parallelamente, l’attenzione è rivolta al dialogo con le istituzioni europee, con cui sono in corso da due anni interlocuzioni formali attraverso la presentazione di documentazione relativa all’impatto ambientale e all’applicazione della direttiva UE sul 50%.

Questi passaggi, essenziali per la conformità normativa, richiedono un coordinamento complesso e una trasparenza assoluta.
Ciucci ha espresso perplessità riguardo alla natura dell’adempimento richiesto, che potrebbe determinare un ulteriore stop all’opera.

La sua dichiarazione evidenzia la frustrazione di chi è impegnato nella realizzazione del progetto e la difficoltà di comprendere le motivazioni che hanno portato alla decisione della Corte dei Conti.
La disponibilità a fornire ulteriore documentazione, pur nella consapevolezza delle difficoltà, riflette l’impegno a superare l’impasse e a portare a termine un’opera che incarna la visione di un’Italia più connessa, competitiva e proiettata verso il futuro.

Il Ponte sullo Stretto, quindi, non è solo un’infrastruttura, ma un banco di prova per la capacità del Paese di conciliare ambizione, rigore e dialogo istituzionale.

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