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mercoledì 5 Novembre 2025

Ponti, Energia e Talenti: Il Futuro Tecnologico dell’Italia

L’infrastruttura che si erge, che congiunge sponde separate da un corso d’acqua o da un abisso, trascende la mera funzione utilitaristica.
Essa diventa un potente simbolo, un’affermazione di progresso, una promessa di futuro, soprattutto per le nuove generazioni di italiani.
Vediamo i nostri brillanti diplomati e laureati, plasmatori del sapere tecnico e ingegneristico, costretti a cercare opportunità professionali all’estero, a contribuire alla costruzione di infrastrutture vitali per altre nazioni.

Questo fenomeno, purtroppo, rivela una profonda riflessione sulla nostra capacità di investire nel capitale umano e nella produzione di competenze strategiche.
La realtà globale è inequivocabile: l’energia nucleare, con le sue centrali che alimentano intere nazioni, è una componente essenziale del panorama energetico mondiale.
La Francia, confinante con noi, ne è un esempio lampante, con una rete di 58 centrali operative.
L’ostinazione con cui l’Italia si preclude questa via, in un contesto di crescente domanda energetica e transizione verso fonti più sostenibili, solleva interrogativi complessi e legittime preoccupazioni.

Non si tratta solo di un’opportunità mancata, ma di una potenziale limitazione della nostra autonomia strategica e della nostra competitività a livello internazionale.

La costruzione di un’opera come un ponte genera un’onda di benefici economici e sociali che si propaga ben oltre la sua imponente struttura.

Si creano posti di lavoro qualificati per operai specializzati, per professionisti del settore edile, per imprenditori visionari, per ingegneri innovativi e per architetti creativi.
L’impatto si estende a un ecosistema di fornitori, di servizi di supporto e di sviluppo di nuove tecnologie.
È imperativo, pertanto, che le istituzioni, come la Corte dei Conti, sappiano cogliere la portata di questi investimenti strategici, superando resistenze ideologiche o burocratiche che rischiano di soffocare l’iniziativa.

Un progetto ambizioso, lungimirante e capace di generare crescita, non solo restituirebbe lustro all’Italia, ma le offrirebbe anche l’opportunità di proiettare la sua immagine come potenza tecnologicamente avanzata e capace di competere con successo nel mercato globale, esportando non solo infrastrutture, ma anche competenze, know-how e un modello di sviluppo basato sull’innovazione e la sostenibilità.
Questo è il futuro che dobbiamo costruire per i nostri giovani e per il Paese intero.

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