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mercoledì 5 Novembre 2025

Salvini e il Ponte sullo Stretto: una sfida per il futuro Italia.

L’insistenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel perseguire la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina trascende la mera contingenza politica e si radica in una visione di sviluppo infrastrutturale e coesione territoriale che egli ritiene imprescindibile.
La recente fase di distensione comunicativa, percepita da alcuni come un arretramento, è in realtà interpretata come una necessità di focalizzazione sull’obiettivo, al di là delle polemiche e dei contrasti che inevitabilmente accompagnano iniziative di tale portata.

La fermata imposta dalla Corte dei Conti, seppur rappresentando un ostacolo formale, non ha scalfito la convinzione del Ministro, che intende perseguire la realizzazione del Ponte come atto di investimento nel futuro della Sicilia e della Calabria, regioni storicamente penalizzate da una connettività insufficiente.

La sua retorica, volta a mobilitare l’opinione pubblica, si rivolge direttamente ai cittadini interessati, sollecitando un giudizio basato sui benefici concreti che l’opera potrebbe apportare: un collegamento più rapido e sicuro, un impulso economico e occupazionale, una rivalutazione del territorio.

La replica di Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, riflette un atteggiamento di supporto e condivisione, sottolineando la persistenza di un diffuso pregiudizio mediatico nei confronti della Lega e del Ministro Salvini.
Questa narrazione, volta a giustificare una certa insofferenza verso la stampa, suggerisce l’esistenza di una campagna denigratoria sistematica che ostacola il progresso del progetto.

Salvini, dunque, non si limita a difendere una scelta infrastrutturale, ma solleva una questione più ampia riguardante il ruolo dell’ingegneria italiana nel panorama globale e la necessità di riconoscere l’eccellenza del *made in Italy*.

Il riferimento agli ingegneri italiani, riconosciuti come tra i migliori al mondo, vuole sottolineare la competenza e la capacità di realizzare opere complesse in contesti diversi, rimarcando la possibilità di superare le difficoltà tecniche e amministrative che ostacolano il Ponte sullo Stretto.
L’insistenza del Ministro, quindi, si configura come una rivendicazione di un diritto: quello di offrire alla Sicilia e alla Calabria un’opera strategica, capace di superare le divisioni geografiche e di favorire lo sviluppo sociale ed economico, al di là delle strumentalizzazioni politiche e delle critiche mediatiche.
La questione del Ponte, in ultima analisi, si trasforma in una sfida per l’Italia intera, una prova di capacità di progettare il futuro e di realizzare opere che segnino un cambiamento positivo per il Paese.

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