La vertenza relativa alle retribuzioni arretrate dei dipendenti del Consorzio di Bonifica Agrigento 3 raggiunge un punto di non ritorno, con la concreta minaccia di uno sciopero che rischia di compromettere il delicato sistema di irrigazione cruciale per l’agricoltura siciliana. Le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil, in un comunicato congiunto, hanno formalizzato l’intenzione di proclamare lo sciopero qualora entro mercoledì 4 giugno non dovessero giungere risposte definitive e concrete sulla questione degli stipendi non corrisposti.L’annuncio dell’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, riguardante lo sblocco di una mensilità, pur rappresentando un segnale positivo, si rivela insufficiente a placare la crescente frustrazione e il profondo disagio dei lavoratori. I dipendenti del consorzio lamentano l’azzeramento di tre mensilità (febbraio, marzo e aprile), aggravate dall’imminente scadenza di maggio. Secondo Franco Colletti, segretario provinciale della Flai Cgil, la parziale risoluzione proposta non è sufficiente a sanare una situazione che si è protratta in maniera inaccettabile, alimentando un clima di incertezza e precarietà.La critica sindacale si concentra sulla gestione regionale, ritenuta fallimentare e lesiva dei diritti fondamentali dei lavoratori. Le accuse si estendono al presunto utilizzo improprio dei fondi destinati alle retribuzioni, dirottati per saldare debiti di un creditore del consorzio, una pratica percepita come una gravissima mancanza di rispetto verso chi garantisce il funzionamento dell’ente.La situazione è ulteriormente aggravata dalla dedizione e dal sacrificio dei lavoratori, che, nonostante la mancanza di compensi adeguati, continuano a garantire il servizio di irrigazione essenziale per i produttori agricoli, utilizzando spesso le proprie autovetture per raggiungere le zone di erogazione e anticipando risorse economiche per il carburante. Questa situazione, insostenibile nel tempo, ha generato un profondo senso di esasperazione e sfiducia.L’assemblea sindacale ha sancito un ultimatum chiaro: in assenza di garanzie concrete e prospettive di soluzione duratura, giovedì 4 giugno lo stato di agitazione si tradurrà in una proclamazione formale dello sciopero, con conseguenze potenzialmente gravi per l’approvvigionamento idrico dell’agricoltura siciliana e per l’immagine del Consorzio di Bonifica e della Regione. La vicenda pone l’urgenza di un intervento risolutivo, che non si limiti a parziali sgravi, ma che affronti le cause strutturali della crisi e tuteli i diritti dei lavoratori, pilastri fondamentali del sistema produttivo regionale.
Sciopero a rischio per l’irrigazione: i lavoratori Agrigento 3 al limite.
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