Sentenza Corte Conti: stop al decreto Ponte sullo Stretto?

La recente sentenza della Sezione Centrale di Controllo di Legittimità della Corte dei Conti solleva interrogativi significativi sulla legittimità di un atto ministeriale cruciale per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Il decreto, che rappresenta un terzo atto aggiuntivo alla convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e la società Stretto di Messina S.

p.

A.
, è stato dichiarato incompatibile con il diritto comunitario, precisamente con le disposizioni della direttiva europea 2014/24/UE che regola la modifica dei contratti pubblici durante la loro esecuzione.

L’inerenza con il quadro normativo europeo risiede nella complessità e nella natura delle modifiche apportate al contratto originario.

La Corte ha espresso serie perplessità in merito all’applicazione dell’articolo 72 della direttiva, evidenziando una potenziale violazione dei principi di trasparenza, parità di trattamento e correttezza che improntano l’ordinamento europeo in materia di appalti pubblici.

L’elemento centrale della questione risiede nella valutazione degli aggiornamenti progettuali, quantificati in un considerevole importo di 787.380.000,00 euro.
I giudici contabili hanno espresso dubbi sulla solidità di questa stima, sottolineando che la sua natura meramente indicativa apre la porta a potenziali revisioni successive.

Questa incertezza, unita alla possibilità di ulteriori incrementi di costo, espone il progetto al rischio di superare la soglia del 50% delle variazioni ammissibili, come previsto dalla normativa europea.
La sentenza non si limita a contestare la mera quantificazione degli aggiornamenti, ma pone l’attenzione su un problema più ampio: la gestione dei rischi e la pianificazione finanziaria di un’opera di tale portata.

L’impossibilità di stabilire con certezza il costo complessivo del progetto, a causa delle continue modifiche e degli aggiornamenti, mette in discussione la capacità dell’amministrazione di garantire la sostenibilità finanziaria dell’opera.

Inoltre, la decisione della Corte dei Conti riapre il dibattito sulla governance del progetto Ponte sullo Stretto, evidenziando la necessità di una maggiore coordinazione tra le diverse istituzioni coinvolte e di una revisione dei meccanismi di controllo e di monitoraggio dei costi.
La sentenza, lungi dall’essere un mero giudizio tecnico, assume quindi una valenza politica e strategica, sollecitando un ripensamento complessivo dell’approccio alla realizzazione dell’opera e una maggiore attenzione alla conformità con le normative europee.
La questione della legittimità del decreto, quindi, si intreccia con interrogativi più ampi sulla pianificazione strategica, sulla trasparenza amministrativa e sulla responsabilità pubblica in un contesto di rilevanza nazionale ed europea.

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