Nel panorama economico italiano, segnato da un aumento generalizzato delle ore di cassa integrazione nel primo semestre del 2024 (+21,8% in media nazionale), la Sicilia si presenta come un’anomalia significativa.
L’andamento regionale diverte nettamente la tendenza nazionale, registrando una diminuzione del 25,3% delle ore di cig autorizzate, un dato che la posiziona al secondo posto per performance positiva a livello nazionale, superata unicamente dalla Calabria (-54,4%).
L’analisi della Cgia di Mestre, riportata nel recente rapporto, evidenzia come questa resilienza siciliana contrasti con la situazione drammatica del Molise, che si distingue per un incremento vertiginoso della cassa integrazione (+254,6%), simbolo di una crisi più profonda.
L’ammontare complessivo delle ore di cassa integrazione autorizzate in Sicilia nel primo semestre del 2024 si attesta a 3.627.976, una riduzione considerevole rispetto alle 4.855.485 del periodo comparato dell’anno precedente.
Questo decremento riflette una dinamica complessa, forse legata a fattori strutturali regionali, a politiche specifiche di sostegno all’occupazione, o a una ripresa settoriale non omogenea nel resto del Paese.
A livello provinciale, il quadro si fa più sfumato.
Pur mantenendo un trend negativo complessivo, alcune aree mostrano segnali di difficoltà accentuate.
Siracusa emerge con un incremento dell’88,6%, Agrigento con il +34,7% e Ragusa con il +15,2%, suggerendo vulnerabilità specifiche di questi territori, magari legate a settori particolarmente esposti alle fluttuazioni del mercato o a problematiche infrastrutturali che ne limitano lo sviluppo.
Le province di Catania (-37,7%), Trapani (-36,6%), Caltanissetta (-32,5%), Palermo (-27%), Messina (-21,8%) ed Enna (-14,5%) registrano invece contrazioni significative, indicando un rafforzamento delle difficoltà occupazionali in queste zone.
L’analisi dettagliata di questi dati richiede una comprensione più approfondita dei contesti economici locali, dei settori produttivi prevalenti in ciascuna provincia e delle politiche regionali messe in atto per contrastare la disoccupazione.
La discrepanza tra la tendenza nazionale e la performance siciliana, e le variazioni interne all’isola, offrono un’opportunità per un’indagine più mirata sulle dinamiche del mercato del lavoro e sull’efficacia degli strumenti di intervento pubblico.
Comprendere le ragioni di questa resilienza selettiva potrebbe fornire spunti preziosi per formulare politiche più efficaci a livello nazionale e regionale.








