Il futuro energetico della Sicilia si proietta verso un’ambiziosa trasformazione, alimentata da ingenti investimenti previsti dal Piano di Sviluppo della Rete Elettrica Nazionale 2025-2034.
Con un budget di circa 3,5 miliardi di euro, la regione si attesta come la destinazione prioritaria per gli interventi di potenziamento e ammodernamento della rete elettrica a livello nazionale, segnale di un ruolo strategico in un contesto energetico europeo in rapida evoluzione.
Questo impegno finanziario risponde a una duplice necessità: l’adeguamento alle stringenti tempistiche del Burden Sharing europeo, che impone un incremento significativo della capacità installata da fonti rinnovabili entro il 2030 (circa 10,48 GW in Sicilia rispetto ai livelli del 2021), e la gestione di una domanda sempre più esigente, testimoniata dalle numerose richieste di connessione alla rete, che superano gli 81 GW per gli impianti rinnovabili e aggiungono ulteriori 53 GW per i sistemi di accumulo, a partire dal 2025.
Questa pressione sulla rete richiede non solo l’aumento della capacità di trasmissione, ma anche una sua maggiore flessibilità e resilienza.
Al centro di questa visione vi è il Tyrrhenian Link, un’opera infrastrutturale di portata epocale che prevede la realizzazione di due linee elettriche sottomarine in corrente continua ad altissima tensione (500 kV) per una lunghezza totale di 970 km.
Questa connessione bifilare, il ramo est che collega la Sicilia alla Campania e il ramo ovest che la unisce alla Sardegna, non solo aumenterà la capacità di trasporto di energia, ma aprirà anche la strada a un più efficiente scambio di energia tra le isole maggiori e il resto della penisola, riducendo la dipendenza da fonti fossili e migliorando la stabilità del sistema.
In linea con l’iniziativa strategica del Piano Mattei, l’interconnessione Elmed rappresenta un ulteriore tassello fondamentale per la cooperazione energetica transfrontaliera.
Questa prima linea di trasmissione in corrente continua tra Europa e Africa, con un cavo sottomarino di 200 km che collegherà la Sicilia alla Tunisia, non solo faciliterà l’integrazione delle energie rinnovabili prodotte in Nord Africa, ma contribuirà anche a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico dell’Italia, rafforzandone la sicurezza e riducendo la vulnerabilità geopolitica.
Infine, il collegamento Bolano-Annunziata, un elettrodotto sottomarino in corrente alternata da 380 kV che unisce la Sicilia alla Calabria, amplierà significativamente la capacità di interconnessione tra l’isola e il continente, consentendo di gestire flussi di energia più consistenti e di migliorare l’affidabilità della rete nel Mezzogiorno.
In sintesi, il piano di investimenti in infrastrutture elettriche per la Sicilia non è semplicemente un aggiornamento tecnologico, ma un progetto di sviluppo strategico che mira a creare un sistema energetico più sostenibile, resiliente e integrato con il contesto europeo e africano, proiettando la regione verso un futuro energetico più sicuro e prospero.