Il vino, ben più che una bevanda, incarna l’essenza di un patrimonio culturale inestimabile, un vero e proprio “mare della vita” come sottolineato nel recente congresso nazionale di Assoenologi ad Agrigento. L’affermazione, a cura del presidente Riccardo Cotarella, non intendeva celebrare un semplice prodotto, ma esaltare il ruolo poliedrico del vino nella società italiana, una riflessione posta in dialogo con le radici millenarie della Sicilia e le sfide del futuro.L’evento, a cui hanno presenziato figure istituzionali di rilievo come il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e l’imprenditore Mario Moretti Polegato, e arricchito da un messaggio della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha rappresentato un’occasione cruciale per contrastare l’ondata di disinformazione e pregiudizi che negli ultimi anni ha tentato di offuscare la verità sul vino. Questa narrazione negativa, amplificata da media, social network e persino da contesti informali, rischia di erodere il consumo e danneggiare un settore economico e culturale di primaria importanza.Il vino non è semplicemente un bene di consumo; è un veicolo di storie, di tradizioni secolari, di identità territoriale. È l’espressione di un legame profondo con la terra, frutto di un lavoro paziente e appassionato che si tramanda di generazione in generazione. Il suo valore trascende il mero aspetto economico, permeando la sfera sociale e culturale. Un brindisi non è solo un gesto conviviale, ma un rito che celebra l’amicizia, la famiglia, la condivisione di esperienze.Cotarella ha lanciato un appello a riscoprire la semplicità e l’autenticità, invitando a superare la tendenza a spettacolarizzare il vino, concentrandosi eccessivamente su etichette artistiche e narrazioni fantasiose. È necessario un linguaggio più accessibile, un modello virtuoso e sostenibile che coinvolga produttori, ristoratori ed enotecari in un’azione sinergica. Si tratta di riportare il vino tra le persone, rendendolo parte integrante della vita quotidiana, accessibile a tutti, giovani e famiglie.L’auspicio è che questa riflessione possa stimolare un cambiamento di rotta, un ritorno alla consapevolezza del valore intrinseco del vino come elemento di aggregazione, di tradizione e di identità, un vero e proprio “mare della vita” da proteggere e valorizzare per le generazioni future. Un’azione volta a promuovere un consumo responsabile, evidenziando come, se apprezzato con moderazione e intelligenza, possa essere un alleato per il benessere, piuttosto che un nemico.
Vino, patrimonio culturale: un mare della vita da proteggere.
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