L’episodio dei tre aerei militari israeliani atterrati nella base aerea di Sigonella, in Sicilia, solleva interrogativi urgenti e richiede una spiegazione ufficiale tempestiva da parte del governo italiano.
Un velivolo KC-130H, partito dalla base di Nevatim, in Israele, nel pomeriggio di ieri, ha effettuato uno scalo a Sigonella, suscitando un acceso dibattito sull’uso del territorio nazionale a fini militari in un contesto geopolitico estremamente delicato.
Questo evento si colloca in un momento di profonda crisi umanitaria e di escalation del conflitto israelo-palestinese, dove le accuse di violazioni del diritto internazionale umanitario e di crimini di guerra pesano sul governo israeliano.
La presenza di aerei militari israeliani in una base italiana, in questo scenario, non può essere considerata un dettaglio marginale, ma un elemento che necessita di una trasparenza assoluta.
L’interrogativo posto dal leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, è cruciale: questi velivoli erano impegnati in attività di ricognizione nei confronti della “Global Sumud Flotilla”, la spedizione umanitaria che intende rompere il blocco di Gaza, oppure stavano trasportando, o coordinando il trasporto, di armamenti destinati alle operazioni militari in corso?La questione non è meramente formale o burocratica.
Riguarda il rispetto della sovranità nazionale, l’impegno italiano a favore di una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, e la responsabilità del governo nei confronti dei valori di diritto internazionale e di protezione dei civili.
L’adesione dell’Italia a trattati e convenzioni internazionali implica un obbligo di vigilanza e di controllo sull’utilizzo delle proprie strutture militari da parte di soggetti terzi, soprattutto quando questi sono coinvolti in operazioni che comportano rischi elevati per la sicurezza e i diritti umani.
È fondamentale che il governo italiano fornisca risposte chiare e documentate, escludendo qualsiasi forma di complicità in azioni che possano violare il diritto internazionale.
L’opinione pubblica merita di sapere se e come siano state verificate le motivazioni addotte dal governo israeliano per l’utilizzo della base di Sigonella.
La trasparenza in questa circostanza è un imperativo morale e un requisito imprescindibile per garantire la credibilità dell’azione governativa e il rispetto dei principi fondamentali che ispirano la politica estera italiana.
Il silenzio o risposte evasive alimenterebbero sospetti e minerebbero la fiducia dei cittadini.