La recente approvazione, in sede di commissione bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), di un emendamento volto a destinare risorse specifiche per l’assistenza scolastica agli alunni con disabilità, pur rappresentando un segnale positivo, evidenzia una problematica strutturale che affligge il sistema.
L’intervento, proposto dal deputato Ignazio Abbate (DC) e sostenuto con unanimità dal Governo, ha incrementato la dotazione finanziaria iniziale, assegnando 6 milioni di euro ai Comuni e 4 milioni alle ex Province, per un totale di 10 milioni.
Questo adeguamento, seppur lodevole, non può celare la natura emergenziale e parziale di una soluzione che dovrebbe derivare da una riorganizzazione più ampia e definitiva.
L’approvazione di questo emendamento, che ha seguito un esame di circa 150 emendamenti, molti dei quali respinti o accantonati, riflette una prassi consolidata: la gestione dell’assistenza scolastica agli studenti con disabilità attraverso misure provvisorie, frutto di compromessi e spesso in risposta a crescenti pressioni.
Il sistema attuale si trova così a operare in una condizione di precarietà, generando incertezza e ansia per le famiglie.
Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento 5 Stelle all’ARS, ha espresso chiaramente questa preoccupazione, sottolineando come la mancanza di una riforma organica lasci i ragazzi con fragilità in una situazione di vulnerabilità, negando loro il diritto pieno ed effettivo allo studio.
La fragilità non è un evento isolato, ma una condizione che richiede un supporto continuo e strutturato, non una serie di interventi occasionali.
L’incremento delle risorse finanziarie, sebbene necessario per affrontare l’immediato, non risolve il problema di fondo: la necessità di un quadro normativo stabile e di una pianificazione a lungo termine che garantisca la continuità dell’assistenza.
Si tratta di un diritto sancito dalla Costituzione e riconosciuto dalle convenzioni internazionali, un diritto che non può essere lasciato in balia di provvedimenti emergenziali.
La questione sollevata da Schillaci evidenzia la necessità di un cambio di paradigma: abbandonare la logica del “tappabuchi” e abbracciare un approccio strategico che metta al centro il diritto allo studio degli alunni con disabilità, con investimenti mirati, formazione del personale specializzato e una rete di supporto che coinvolga scuole, famiglie e istituzioni.
Solo in questo modo sarà possibile garantire un futuro più equo e inclusivo per questi ragazzi, assicurando loro le stesse opportunità di crescita e sviluppo dei loro coetanei.
L’approvazione dell’emendamento è un primo passo, ma la strada verso una riforma organica e duratura è ancora lunga e richiede un impegno concreto e condiviso da parte di tutti gli attori coinvolti.






