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venerdì 14 Novembre 2025

Crisi in Sicilia: Schifani revoca assessori DC per salvaguardare l’immagine del governo.

La decisione di revocare gli assessori della Democrazia Cristiana rappresenta un atto di necessità politica, non una scelta opzionale, ma un imperativo derivante da una profonda crisi di legittimità.
Questa azione, che esula da valutazioni di merito individuale, è imperativa per salvaguardare i principi cardine di trasparenza e integrità che hanno sempre contraddistinto l’azione del mio governo regionale – afferma il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in un’intervista esclusiva.
La vicenda è gravissima: l’inchiesta giudiziaria che coinvolge direttamente il partito, con il suo fondatore e il leader indagati per presunti illeciti in ambito appalti, ha creato una situazione di inconciliabilità insanabile.

La gravità delle accuse, che ipotizzano l’esistenza di un sistema organizzato finalizzato a perpetrare reati di corruzione e concussione, non può essere ignorata.

La mera presenza di un partito, anche se solo a livello di rappresentanza, le cui massime cariche sono sotto inchiesta per condotte così gravi, mina irrimediabilmente la credibilità dell’intera compagine governativa.

Non si tratta di una questione di colpevolezza, che sarà accertata dalla magistratura, ma di una profonda frattura tra l’immagine che il governo vuole proiettare e la percezione pubblica, inevitabilmente contaminata da un’ombra di sospetto.
La distinzione tra le accuse rivolte ai vertici del partito, che denunciano una presunta strutturazione criminale, e le vicende che riguardano singoli assessori, sebbene rilevanti, si palesa come una distinzione formale che non può cancellare la necessità di un atto di chiarezza e responsabilità.
Il rispetto per la presunzione di innocenza non può prevalere sulla necessità di tutelare l’etica e la trasparenza dell’amministrazione pubblica.
Il Presidente Schifani sottolinea di aver mantenuto un costante aggiornamento con il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, evidenziando un coordinamento istituzionale volto a gestire la situazione con la massima prudenza e consapevolezza.
Di fronte alle richieste di dimissioni da parte del Partito Democratico e alle proposte di commissariamento regionale avanzate da Carlo Calenda, il governatore respinge con fermezza queste istanze, ribadendo il rispetto per le istituzioni democratiche e il rifiuto di adozione di misure che lederebbero l’autonomia regionale.
L’ipotesi di un commissariamento, definita dal Presidente come uno “slogan offensivo” e manifestamente inammissibile dal punto di vista costituzionale, sarebbe un atto di gravissimo danno per la Sicilia, interrompendo un momento di crescita e di rinnovamento che il territorio sta vivendo.
Il Presidente Schifani si dimostra determinato a proseguire nel suo impegno, rivendicando la fiducia dei cittadini siciliani e affermando la volontà di perseguire gli obiettivi programmatici del suo governo, nel rispetto delle leggi e dei principi etici che ne ispirano l’azione.
La stabilità del governo regionale, in questo momento cruciale, rappresenta una priorità assoluta per garantire la continuità delle politiche a beneficio della collettività siciliana.

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