La partecipazione dell’attrice catanese Ester Pantano allo sciopero generale a favore dell’iniziativa della Flotilla per Gaza ha acceso un acceso dibattito, proiettando al centro dell’attenzione il delicato intreccio tra impegno civile, libertà di espressione e l’esposizione mediatica delle figure pubbliche.
La trentacinquenne, nota al grande pubblico per i ruoli di rilievo nelle serie televisive Rai “Makari” e “Imma Tataranni”, si è unita al corteo che ha attraversato la città di Catania, un gesto che ha trasceso la semplice adesione a una protesta, configurandosi come una presa di posizione politica.
L’attrice ha espresso, in un’intervista rilasciata a *lasicilia.it*, la sua convinzione che la giornata di sciopero rappresenti un momento cruciale per affermare la capacità dei cittadini di farsi sentire quando le istituzioni appaiono inadeguate a rappresentare le loro istanze.
Più che una critica al governo in sé, il suo intervento ha messo in luce la necessità di un’auto-rappresentanza, un esercizio di cittadinanza attiva volto a sollevare dubbi e a rivendicare il rispetto del diritto internazionale, spesso messo a dura prova da conflitti e tensioni geopolitiche.
La diffusione del video dell’attrice sui canali social del quotidiano *la Sicilia* ha generato una reazione polarizzata, amplificata dall’anonimato e dalla disinibizione del web.
Accanto a numerosi segni di apprezzamento e solidarietà, si è materializzata una valanga di commenti, spesso di natura offensiva e denigratoria, che hanno messo a nudo un’inaccettabile deriva del linguaggio online.
Tra le espressioni più volgari, si sono affacciate provocazioni che hanno messo in discussione la professionalità dell’attrice, sarcastiche allusioni alla sua presunta inesperienza e insulti rivolti direttamente alla sua persona.
La risposta di Ester Pantano, veicolata attraverso il suo profilo Instagram, ha rivelato una forza d’animo ammirevole.
Lungi dal lasciarsi intimidire, l’attrice ha ribadito la saldezza delle sue convinzioni, sottolineando come tali attacchi, per quanto pesanti, non possano scalfirne la determinazione.
Ha inoltre reso noto di aver affidato la questione a un legale di fiducia, invitando, con tono ironico, chi la insultava a dedicarsi a attività più costruttive.
Il suo messaggio, improntato a un profondo senso di umanità, ha concluso con un appassionato appello alla pace e alla liberazione della Palestina, valori universali che trascendono le appartenenze geografiche e ideologiche.
L’episodio solleva interrogativi importanti sul ruolo delle personalità pubbliche nel dibattito civile, sulla necessità di un linguaggio online più rispettoso e sulla responsabilità di ciascuno nel promuovere una cultura di dialogo e di comprensione reciproca.