Nel quarantatreesimo anniversario della strage che ha colpito Pio La Torre e Rosario Di Salvo, la Repubblica italiana si riflette sulla lezione di vita e di impegno profuso dai due uomini per l’affermazione dei diritti individuali e collettivi. Il loro sacrificio è servito a sottolineare come la difesa della legalità sia un compito collettivo che richiede la mobilitazione di tutte le forze sociali, politiche ed istituzionali.Il ruolo di Pio La Torre nella lotta contro l’organizzazione mafiosa è stato quello di portare in Parlamento una proposta di legge che avrebbe consentito l’adozione di misure più efficaci per contrastare il fenomeno associativo mafioso. Questa iniziativa, divenuta poi un riferimento per il successivo percorso legislativo, ha dimostrato come la sua dedizione alla causa della legalità fosse profonda e lungimirante.In questo senso, l’impegno di Pio La Torre è stato seguito da quello di tanti altri esempi di cittadini che si sono spesi per scongiurare il predominio del potere mafioso. È necessario continuare a lavorare in questa direzione, attraverso la sensibilizzazione delle giovani generazioni ai principi costituzionali e con l’adozione di strategie educative efficaci che incoraggino l’esercizio della cittadinanza attiva.Il Progetto Educativo Antimafia è un esempio significativo di come sia possibile coinvolgere gli studenti in questo processo di educazione civica, favorendone così la formazione in una prospettiva critica e consapevole delle dinamiche sociali e politiche. È importante che venga continuato anche il lavoro di sensibilizzazione della comunità scolastica, con l’obiettivo di creare generazioni di persone disposte a difendere i valori della legalità e a impegnarsi per un’Italia più giusta e più inclusiva.
La lezione del sacrificio di Pio La Torre: verso una società più giusta e inclusiva
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