Nino Martinez, figura imprescindibile del panorama giornalistico italiano, si è spento a Palermo all’età di cento anni, lasciando un’eredità di acume, ironia corrosiva e profonda umanità.
La celebrazione del suo centesimo compleanno, un evento solenne ma animato dal suo inconfondibile spirito, al circolo della stampa, aveva offerto un ultimo, vivido assaggio del suo talento e della sua inesauribile capacità di osservare il mondo con occhio critico e arguto.
Decano indiscusso della professione, la sua scomparsa segna la fine di un’epoca, di un modo di intendere il giornalismo legato a valori di rigore intellettuale, impegno civile e profonda conoscenza del territorio.
La sua carriera, iniziata nel 1942 con un contributo al giornale satirico *Il Travaso delle Idee*, testimonia una dedizione quasi sacerdotale alla parola scritta.
Per anni, come redattore del *Giornale di Sicilia*, Martinez ha affrontato con uguale maestria cronaca bianca, eventi internazionali, politica interna e sport, trasformando ogni argomento in un’occasione per esercitare il suo talento narrativo, sempre permeato da una sottile, tagliente ironia.
Non si trattava di una semplice satira, ma di un’analisi lucida e spesso impietosa dei vizi e delle virtù umane, dei meccanismi del potere, delle contraddizioni della società.
L’opera letteraria di Martinez, vasta e variegata, riflette la sua visione del mondo e la sua profonda comprensione della natura umana.
Titoli come *Aristide l’allievo cronista*, *Specchi concavi.
Avventure in famiglia*, *Una moglie così*, *Il placido On.
*, *Bianco e nero* e l’ultimo, *Colpi di fulmine* (2017), sono finestre aperte su un universo di personaggi indimenticabili, situazioni paradossali e riflessioni pungenti.
La sua scrittura, caratterizzata da uno stile inconfondibile, unisce la leggerezza della narrazione alla profondità dell’analisi, la capacità di far ridere con l’abilità di far riflettere.
Paradossalmente, un uomo che aveva costruito la sua carriera con la macchina da scrivere portatile, simbolo di un’epoca che sembra affievolirsi, si è saputo adattare ai tempi moderni, utilizzando il computer fino agli ultimi giorni, a testimonianza di una curiosità intellettuale insaziabile e di una volontà di rimanere connesso con il mondo che lo circondava.
Il suo impegno nella Fnsi e l’adesione all’Associazione siciliana della stampa, testimoniata dalla partecipazione al congresso del 2022, dimostrano un costante desiderio di confronto e di condivisione con i colleghi, anche dopo il pensionamento.
I funerali, in programma il 31 agosto alle ore 10:30 nella chiesa di San Giuseppe Cottolengo, largo Giovanni Zappalà a Palermo, rappresentano un momento di lutto e di commiato per un uomo che ha saputo lasciare un segno indelebile nella cultura e nel giornalismo italiano, un testimone privilegiato del Novecento e un narratore acuto e generoso, capace di illuminare le ombre con la luce dell’ironia e dell’intelligenza.