La visita della Commissione Hous del Parlamento Europeo a Palermo, guidata da Irene Tinagli e facilitata dall’europarlamentare Marco Falcone, ha rappresentato un’occasione cruciale per un confronto approfondito sulle sfide e le opportunità che la città affronta nel campo dell’abitazione.
L’incontro, ospitato a Villa Niscemi, sede istituzionale del Comune, e la successiva visita al quartiere Zen, hanno offerto una panoramica tangibile delle problematiche legate all’emergenza abitativa e delle strategie innovative messe in atto dall’amministrazione Lagalla.
Il quartiere Zen, frutto di una progettazione urbanistica risalente agli anni Sessanta, ideata da Vittorio Gregotti, simboleggia le complessità di un’espansione urbana rapida e spesso priva di una visione sociale integrata.
La visita ha permesso alla Commissione di apprezzare direttamente gli sforzi compiuti nell’ultimo anno, che hanno portato alla consegna di 140 unità abitative, frutto di un mix tra edilizia residenziale pubblica (ERP) e riqualificazione di beni confiscati alla criminalità organizzata – una misura che non solo restituisce alla collettività risorse illecitamente acquisite, ma offre anche opportunità abitative a persone in difficoltà.
L’istituzione di un Ufficio Tecnico dedicato alla manutenzione dell’ERP è un passo significativo per garantire la sostenibilità nel tempo di questo patrimonio abitativo pubblico.
Il dialogo ha centrato l’attenzione sulle nuove forme di povertà, spesso silenziose e legate alla precarietà lavorativa e alla fragilità sociale.
È emersa con chiarezza la necessità di un housing sociale strutturale, non più inteso come semplice emergenza, ma come investimento strategico per la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile della città.
Un’attenzione particolare è stata rivolta al tema dell’housing universitario, un nodo cruciale per attrarre e trattenere giovani talenti, stimolare l’economia locale e rivitalizzare il tessuto urbano.
Il progetto in fase di sviluppo, che prevede la trasformazione di aree comunali sottoutilizzate in residenze diffuse per studenti nel cuore del centro storico attraverso partnership con investitori privati, rappresenta un esempio di come l’innovazione e la collaborazione possano generare soluzioni abitative creative e inclusive.
Tuttavia, la discussione ha superato la dimensione puramente quantitativa dell’offerta abitativa per affrontare questioni più ampie e complesse.
Il sindaco Lagalla ha sottolineato con forza la necessità di ripensare radicalmente il concetto stesso di “abitare” alla luce delle rivoluzionarie trasformazioni digitali e dell’avvento del lavoro ibrido.
L’obiettivo è quello di posizionare Palermo come un laboratorio urbano europeo, un terreno di sperimentazione per l’innovazione sociale in ambito abitativo, capace di integrare in modo armonioso il diritto alla casa, l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale e le nuove modalità di vivere e lavorare.
Questa visione ambiziosa implica la necessità di sviluppare nuove forme di co-housing, spazi di comunità, residenze flessibili e servizi digitali che rispondano alle esigenze di una popolazione in continua evoluzione, promuovendo al contempo una transizione verso modelli abitativi più efficienti, resilienti e socialmente inclusivi, in stretta sinergia con le politiche europee.