La decisione del Tribunale di Catania sulla sospensione dell’ex assessore regionale Luca Sammartino dai pubblici uffici si è conclusa con un esito negativo per l’imputato, che dovrà attendere fino al 17 aprile prossimo la fine della sospensione. Questo giorno coincide perfettamente con il primo anniversario dell’operazione Pandora, che aveva portato il leader della Lega in Sicilia a rassegnare le dimissioni da tutti i suoi incarichi istituzionali, tranne quelli di assessore regionale.La decisione del Tribunale del riesame si basa sull’appello bis della difesa dell’imputato, presentato dal penalista Carmelo Peluso e dal professore Vittorio Manes. Tuttavia, la Cassazione aveva annullato l’ordinanza precedente con rinvio limitatamente alle esigenze cautelari, costringendo il Tribunale del riesame a riprendere nuovamente in considerazione la questione.Il provvedimento di sospensione dell’ex assessore era stato confermato da una ordinanza del giudice per le indagini preliminari (GIP) di Catania, che aveva evidenziato come Sammartino avesse continuato a mantenere comportamenti illeciti nonostante la sua posizione istituzionale. I magistrati hanno concluso che il rischio di ulteriori condotte illecite fosse molto alto in considerazione del ruolo di deputato regionale svolto da Sammartino, che gli consentiva di proseguire con comportamenti antigiuridici.Il procedimento penale contro l’ex assessore è ancora fermo a causa di un conflitto di attribuzione dei poteri sollevato dal Senato alla Consulta in relazione all’utilizzo di intercettazioni nella segreteria politica dell’imputato, che condivide con la parlamentare nazionale Valeria Sudano. La sentenza della Corte Costituzionale potrebbe avere ricadute significative sul dibattimento e sulla sorte del procedimento penale contro l’ex assessore.