La Sicilia è in preda a un’alcolismo dei deficit e della precarietà dei bilanci comunali: solo 54 su 179 comuni hanno approvato il consuntivo del 2024, mentre molti altri non sono riusciti nemmeno a chiudere i loro conti per l’anno precedente. La situazione è critica e preoccupante, soprattutto considerando che la regione è una delle più povere d’Europa. Ma il problema non si ferma qui: ci sono molti comuni in Sicilia che rischiano di essere colpiti dal dissesto, cioè dalla incapacità di pagare le proprie spese e servizi pubblici.Questo stato di cose è il risultato di una serie di decisioni prese a monte, da parte delle strutture sovra-comunali. Queste ultime hanno trasferito norme e risorse ai comuni senza però fornire loro i mezzi necessari per poter gestirle e fornire servizi ai cittadini. Il risultato è che molti comuni sono ormai incapaci di svolgere le proprie funzioni, come ad esempio la cura degli asili nido, della manutenzione delle strade o l’erogazione dei servizi sociali.Il presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta, ha espresso il suo disappunto per questa situazione, riconoscendo che molti comuni hanno già intrapreso cantieri per la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), ma non sono ancora stati pagati. Alcune amministrazioni, addirittura, hanno dovuto indebitarsi con la Cassa depositi e prestiti per evitare il blocco dei cantieri.In questo contesto di grave crisi finanziaria e organizzativa degli enti locali, è necessario che le istituzioni prendano coscienza del problema e si muovano per affrontarlo. La Regione siciliana deve adottare misure immediate per aiutare i comuni più deboli e garantire la sostenibilità dei servizi pubblici.Per far questo, il presidente dell’Anci nazionale ha già avviato un dialogo con il Ministero dell’Economia per definire una strategia di intervento. Il Presidente della Regione Renato Schifani ha lanciato un appello al Parlamento regionale affinché si costituisca un tavolo di lavoro permanente per monitorare e risolvere i problemi dei comuni siciliani.Tuttavia, ciò che preoccupa maggiormente è la drastica riduzione del personale nei comuni in questi ultimi dieci anni: il 40% in meno di dipendenti. E per di più, lo scorso anno il bilancio di previsione conteneva una voce specifica destinata alla progettazione delle infrastrutture ammontante a 50 milioni, mentre oggi rimane appena di 4 milioni.Non è pensabile affrontare con risorse così ridotte le esigenze dei cittadini: serve un Piano di rilancio che tenga conto delle specifiche necessità dei nostri comuni.
Sicilia in preda all’alcolismo dei deficit, precarietà e dissesto comunale
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