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lunedì 10 Novembre 2025

Sicilia, la politica al limite: Miccichè sfida Lombardo.

La tensione politica in Sicilia si fa palpabile, alimentata da un contrasto acceso tra figure di spicco del panorama regionale.

Gianfranco Miccichè, leader del movimento Grande Sicilia, ha sollevato un’aspra contestazione nei confronti di Raffaele Lombardo, figura chiave all’interno dell’esecutivo guidato da Renato Schifani, avanzando la richiesta di una sua uscita dal governo.
La condizione posta da Miccichè è strettamente legata alla presenza della Democrazia Cristiana (DC) nella coalizione, a seguito dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto Totò Cuffaro, figura storica del partito.
La mossa di Miccichè non è stata accolta senza replica.

Stefano Cirillo, segretario regionale della DC, ha espresso sorpresa e disappunto per le dichiarazioni, interpretandole come un’impropria assunzione di un ruolo di moralizzatore della politica siciliana.
Cirillo, con un sottile richiamo all’episodio evangelico della lapidazione, ha ricordato come in passato, quando lo stesso Miccichè si è trovato al centro di indagini giudiziarie, non vi fu una richiesta generalizzata dell’esclusione del suo partito dalla partecipazione governativa.
Questo sottolinea una percezione di ipocrisia e una questione di applicazione coerente dei principi di moralità in politica.
Mentre la DC, attraverso i canali istituzionali, ha annunciato l’intenzione di richiedere un incontro con il presidente Schifani per esporre la propria posizione ufficiale e ribadire il proprio impegno per un governo stabile ed efficiente, Miccichè incalza, sfruttando l’occasione per enfatizzare la crescita del movimento Grande Sicilia.

Quest’ultimo, forgiato attorno all’alleanza con Lombardo e il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, si presenta come un’alternativa ai tradizionali schieramenti politici.
Miccichè, con acume politico, identifica un momento storico particolarmente delicato per la politica siciliana, caratterizzato da un crollo della fiducia dei cittadini, accentuato dai recenti eventi giudiziari.

In questo contesto di smarrimento e disillusione, il movimento Grande Sicilia ambisce a incarnare un modello di governance differente, fondato sulla serietà, la competenza e un profondo legame con il territorio, elementi che, secondo i vertici del movimento, sono imprescindibili per ricostruire un rapporto di fiducia con l’elettorato e per affrontare le sfide che attendono la Sicilia.
La questione, quindi, trascende la mera disputa interna alla coalizione e si configura come una sfida più ampia per il futuro della politica in Sicilia, con implicazioni significative per la credibilità delle istituzioni e la partecipazione civica.

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