La terza tappa degli Stati Generali della Cultura, evento promosso dal Sole 24 Ore in celebrazione del suo 160° anniversario, si è conclusa a Palermo, una città che si rivela, al di là delle cronache superficiali, un vivace crogiolo di creatività e identità.
L’evento, collocato nel contesto di un’Europa e di un mondo segnati da tensioni geopolitiche e da una crisi di valori, ha esplorato il ruolo cruciale della cultura come resilienza collettiva e motore di rinnovamento.
Lungi dall’essere un mero archivio del passato, la cultura si configura come un ponte dinamico che connette la memoria condivisa all’innovazione, un laboratorio di pensiero e di azione che può fornire risposte a una complessità crescente.
L’educazione, in questo scenario, non è solo trasmissione di conoscenze, ma custodia di un patrimonio immateriale, un’eredità da interpretare e arricchire, affinché possa ispirare le generazioni future.
Il racconto, in tutte le sue forme – letteraria, teatrale, musicale, visiva – si erge a strumento privilegiato per dare forma al tempo che viviamo, per comprendere il presente e per immaginare il futuro.
È attraverso la narrazione che possiamo dare voce alle esperienze individuali e collettive, che possiamo costruire ponti tra culture diverse e che possiamo rafforzare il senso di appartenenza a una comunità.
L’intervento del Sovrintendente del Teatro Massimo, Marco Betta, ha evocato la celebre frase scolpita sul frontone dell’edificio: “La musica e l’arte rinnovano i popoli e ne rinnovano la vita.
” Un concetto potente che sottolinea il potenziale curativo e rigenerativo dell’arte, la sua capacità di offrire prospettive nuove e di ispirare cambiamenti positivi.
L’arte non si limita a riflettere la realtà, ma la trasforma, la interpreta e la sublima.
Il sindaco Roberto Lagalla ha rivolto un appello diretto ai giovani, sottolineando la loro centralità nel futuro del Paese.
Un futuro che richiede consapevolezza, partecipazione attiva e un profondo senso di responsabilità.
Le istituzioni hanno il compito di fornire loro gli strumenti e le opportunità necessarie per sviluppare il loro potenziale e per contribuire alla costruzione di una società più giusta e sostenibile.
La tavola rotonda, animata dalla competenza di Nicoletta Polla Mattiot e Stefano Salis, ha offerto uno spaccato variegato di settori vitali per la cultura italiana: la scuola, l’artigianato, il teatro, il design, l’editoria.
Un mosaico di professioni e di competenze che, pur nella loro diversità, si rivelano interconnesse e reciprocamente stimolanti.
L’artigianato, ad esempio, non è solo produzione di beni materiali, ma trasmissione di saperi e di tecniche tradizionali, un legame tangibile con il passato che può essere reinterpretato e valorizzato nel contesto contemporaneo.
Il teatro, invece, non è solo intrattenimento, ma spazio di riflessione critica e di sperimentazione sociale.
Il design, infine, non è solo estetica, ma ricerca di soluzioni innovative e sostenibili per migliorare la qualità della vita.
L’edizione 2025 degli Stati Generali della Cultura, attraverso la sua tappa palermitana, ha voluto ribadire il valore inestimabile della cultura come antidoto alla disillusione e come chiave per un futuro più prospero e armonioso, investendo soprattutto sulla giovane generazione, custode e portatrice di un cambiamento culturale profondo e necessario.






