Il cielo di Ustica, il 27 giugno 1980, si è macchiato di una ferita indelebile, un evento che ha segnato profondamente la coscienza nazionale e persiste come una questione irrisolta, un monito per le istituzioni e una fonte di angoscia per le famiglie delle vittime. A distanza di quarantacinque anni, la Repubblica Italiana, guidata dal Presidente Sergio Mattarella, ribadisce il proprio impegno incondizionato nella ricerca della verità, un diritto imprescindibile per ogni democrazia che si rispetti. Non si tratta di un esercizio di memoria fine a sé stesso, ma di un dovere etico e giuridico nei confronti di ottantuno persone – membri dell’equipaggio e passeggeri – che persero la vita a bordo del DC-9 in volo da Bologna a Palermo.La tragedia di Ustica trascende la semplice perdita di vite umane; rappresenta una frattura nel tessuto sociale, un’ombra che avvolge il senso di sicurezza e la fiducia nelle istituzioni. Il Presidente Mattarella, nel commemorare l’anniversario, esprime un sentimento di profonda solidarietà verso i familiari, costretti a convivere con un dolore inesprimibile, una ferita aperta che il tempo non riesce a lenire. Il loro straziante lutto è un campanello d’allarme che sollecita un’indagine rigorosa e trasparente, senza pregiudizi né omissioni.La ricerca della verità non può conoscere frontiere, né essere ostacolata da considerazioni politiche o diplomatiche. La Repubblica, pertanto, sollecita la collaborazione di ogni nazione, inclusi i paesi amici, che possano fornire elementi utili per ricostruire l’accaduto e accertare le responsabilità. L’impegno è totale, perché la giustizia, anche a distanza di decenni, resta un imperativo categorico, un fondamento imprescindibile della convivenza civile.Oltre alla dimensione legale, la tragedia di Ustica pone interrogativi profondi sulla natura della memoria collettiva, sul ruolo della verità come antidoto alla menzogna e sull’importanza di preservare la dignità delle vittime. La commemorazione non è solo un atto di pietà, ma anche un impegno a non dimenticare, a vigilare affinché simili eventi non si ripetano e a garantire che il diritto alla verità sia riconosciuto e tutelato come un diritto umano fondamentale. L’eco di Ustica risuona ancora oggi, esortando la Repubblica a perseguire la verità con determinazione e a onorare la memoria di coloro che hanno perso la vita in una notte di cielo stellato, improvvisamente squarciato dalla tragedia.
Ustica, 44 anni dopo: la Repubblica non dimentica e cerca la verità.
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