Dopo quasi quattro decenni, una vittoria italiana risuona nuovamente nell’atmosfera vibrante del Giro Podistico Internazionale di Castelbuono, edizione numero 99, un palcoscenico storico che celebra la resistenza e l’eccellenza atletica.
Yeman Crippa, portabandiera delle Fiamme Oro Padova, si aggiudica il prestigioso titolo, spezzando un digiuno che risaliva al 1989, quando Salvatore Bettiol si impose per l’ultima volta.
La sua affermazione segna un ritorno alla ribalta per l’atletica italiana, un’iniezione di orgoglio in un panorama sportivo in continua evoluzione.
Il tracciato, notoriamente impegnativo, si è rivelato un banco di prova per la tenuta fisica e mentale dei partecipanti.
Crippa, consapevole della sfida, ha gestito la corsa con prudenza, lasciando che il norvegese Moen dettasse i primi ritmi e operasse una selezione iniziale.
La presenza ingaungibile dell’inglese Cairess, insieme all’australiano Rayner, delineava uno scenario agguerrito.
La competizione si è fatta sentire fin dalle prime tornate, dove la capacità di interpretare le variazioni del terreno e di gestire le energie si è rivelata cruciale.
Il penultimo giro ha visto Crippa inasprire il ritmo, avvicinandosi a Cairess.
Tuttavia, l’atto conclusivo della gara si è drammaticamente consumato durante la salita denominata “Mario Levante”, un punto focale del percorso dove la potenza muscolare e la strategia si sono mescolate in una lotta senza esclusione di colpi.
Qui, Crippa ha dimostrato una straordinaria capacità di accelerazione, staccando Cairess metro dopo metro, un distacco che testimoniava una superiorità innegabile.
Il tempo finale di 34’16 per 11 chilometri e 273 metri non solo sancisce la vittoria, ma rappresenta anche un significativo riferimento cronometrico in questo contesto storico.
Il podio si è completato con Cairess, giunto secondo a dieci secondi, seguito dal norvegese Moen in 34’39 e dall’australiano Rayner.
Alessandro Giacobazzi ha concluso al quinto posto, mentre diciotto atleti hanno tagliato il traguardo, testimoniando la durezza e il fascino di questa competizione.
Le parole di Crippa, al termine della gara, riflettono l’emozione e l’onore di un successo tanto atteso.
Vincere a Castelbuono, un luogo intriso di storia e tradizione sportiva, significa riscrivere il proprio nome nell’albo d’oro e restituire all’Italia un primato che sembrava perduto.
L’esperienza è stata descritta come un sogno, amplificato dal vento favorevole e dal caloroso sostegno del pubblico, un motore in grado di spingere al limite le proprie capacità.
La consapevolezza della vittoria, percepita durante l’ultimo giro, ha trasformato la fatica in estasi, consacrando Crippa come eroe di questa edizione memorabile.
La sua vittoria non è solo un risultato personale, ma un simbolo di rinascita per l’atletica italiana.