L’eco dell’annuncio ha acceso una scintilla, un fremito inaspettato che ha interrotto le notti. Non ho agito, non ho promosso questo momento, eppure eccomi qui, investito da un’energia palpabile, una responsabilità che mi inonda e mi proietta verso il futuro. È un dovere morale, quasi una missione: restituire a questa città, a questo popolo, il posto che le spetta nel panorama calcistico nazionale.La presentazione ufficiale al centro sportivo di Torretta è stata un’immersione in un mare di emozioni. Gli occhi fissi sull’immagine dei tifosi, migliaia di volti appassionati che hanno gremito il piazzale antistadio, un’accoglienza che va al di là della semplice esultanza per un nuovo allenatore. È un abbraccio, un’aspettativa fiduciosa che mi sento di dover ripagare.Carlo Osti, direttore sportivo, ha voluto sottolineare un aspetto cruciale: l’umiltà. Un tratto distintivo che, dopo la storica promozione del Pisa in Serie A, avrebbe potuto portare Inzaghi verso altre opportunità. Ma l’intuizione, la convinzione di aver individuato l’uomo giusto, ha prevalso. “Non ho avuto dubbi, è stata la prima e unica scelta”, ha affermato Osti, ringraziando il City Group, il presidente Mirri e Gardini per il supporto.Un pensiero commosso è rivolto al Pisa, la squadra che ha lasciato un segno indelebile nel cuore dell’allenatore. “Ho lasciato il cuore a Pisa,” confessa Inzaghi, con un velo di nostalgia. “La tifoseria è straordinaria, mi hanno dato tanto.” Ma qualcosa, inevitabilmente, non collimava, spingendo verso una decisione dolorosa, dettata da un profondo amore per il gioco e per la sua evoluzione.Il futuro si presenta irto di sfide. “Nessuno ci regalerà nulla,” avverte Inzaghi, con la lucidità di chi conosce il peso della competizione. “Dobbiamo meritare il nostro percorso. Questa è una piazza storica, una capitale del calcio che merita di brillare di nuovo. La società e i tifosi sono pronti, ora tocca a noi incarnare quell’attesa.” La stagione si preannuncia più ardua dell’anno precedente, ma la forza della squadra e la passione del pubblico, paragonabile a un’atmosfera da Champions League, alimentano l’ottimismo.L’ambizione non è vuota retorica, ma un impegno concreto. “Chi non si impegna, resta fuori,” dichiara Inzaghi, ribadendo i suoi principi fondamentali. La valutazione non sarà basata su privilegi o nomi, ma sulla dedizione e la grinta in campo. Brunori e Pohjanpalo sono talenti preziosi, ma la vittoria è un’opera corale che richiede l’impegno di tutti.Un pensiero finale, un augurio sincero rivolto al nuovo Commissario Tecnico della Nazionale, Rino Gattuso, con cui Inzaghi ha condiviso momenti di gloria. “Sono molto contento per lui. Può portare serenità e una nuova energia. Spero che l’Italia possa qualificarsi per il Mondiale.” Un auspicio che riflette la passione per il calcio e l’amore per i colori nazionali.
Inzaghi: Una Missione per Restituire la Gloria al Campo
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