Ibrahima si avvicina alla bara di papa Francesco con gli occhi chiusi, la voce rotta dalla commozione. Mi racconta che Bergoglio lo ascoltò per 45 minuti, accarezzando le cicatrici sulle mani. Ibrahima era un rifugiato senegalese che trascorse sei mesi in un viaggio dal deserto libico all’Italia, subendo torture e umiliazioni. Lo scorso luglio ebbe l’opportunità di incontrare Bergoglio a Casa Santa Marta, dove il papa lo ascoltò per oltre un’ora senza muoversi.Quell’incontro fu per lui un momento profondamente toccante. Ibrahima gli raccontò della sua religione, l’Islam, e di come Bergoglio rispose: “Siamo tutti fratelli”. Oggi Ibrahima ha due libri che narrano la sua storia e viaggia per le scuole e le università per raccontare il dolore dei migranti in cerca di speranza in Europa.Per Ibrahima, Bergoglio non era solo un padre per i cristiani, ma un alleato nella lotta contro le ingiustizie. Era una persona che lanciava appelli per un mondo senza guerra e sangue. Il primo viaggio apostolico di Bergoglio fu proprio a Lampedusa per commemorare le vittime dei naufragi.Ibrahima declinò l’offerta di lavoro da parte del papa, ma ringraziò profondamente. Sabato, sarà presente a piazza San Pietro per salutare la salma del Papa, poiché il mondo ancora ha bisogno di un leader come lui.La morte di Bergoglio è un colpo durissimo per Ibrahima e per tutti i migranti che hanno trovato speranza nella sua parola. La sua presenza accanto a loro durante il funerale del “suo salvagente” sarà una commemorazione del messaggio d’amore e solidarietà che il Papa ha sempre sostenuto.Oggi, Ibrahima è un testimonio della forza di Bergoglio e del suo impegno per i diritti umani. Spera che il mondo continui a ispirarsi alla sua eredità di amore e compassione, perché soltanto così possiamo costruire un futuro migliore, senza confini e guerre.Il papa non fu solo un leader religioso, ma un punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di speranza. La sua morte è un colpo durissimo, ma il suo messaggio continua a vivere attraverso le storie dei migranti come Ibrahima.La presenza di Bergoglio nel funerale del salvagente è una dimostrazione della sua volontà di andare al di là delle divisioni e delle barriere per abbracciare la diversità. Il suo impegno per i diritti umani ha lasciato un segno indelebile sulla storia.La morte di papa Francesco lascia un vuoto profondo, ma l’eredità che ci lascia è quella della speranza e dell’amore. Spera che il mondo continui a ispirarsi alla sua eredità e al suo messaggio di pace e compassione.Ibrahima vuole andare avanti con la sua missione di dare voce alle persone che non ne hanno, in memoria del Papa che lo ascoltò e lo aiutò. La morte di Bergoglio è un colpo durissimo, ma il suo impegno per i diritti umani continuerà a ispirare i migranti come lui.La presenza accanto al feretro sarà una commemorazione della sua eredità di amore e compassione. Ibrahima vuole continuare a raccontare la sua storia per far comprendere il dolore dei migranti che cercano speranza in Europa.