mercoledì 15 Ottobre 2025
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Perugia

Alto Tevere: Inchiesta rifiuti, nuove accuse e fiume di denaro indebito

L’inchiesta sulla gestione dei rifiuti nell’Alto Tevere si infittisce con nuove e gravi accuse formulate dalla Procura di Perugia a carico di Cristian Goracci, ex amministratore delegato della Sogepu, e Antonio Granieri, figura chiave nella società Ece (precedentemente Ecocave), socia del consorzio che si è aggiudicato l’appalto per la gestione dei rifiuti.

La richiesta di rinvio a giudizio per corruzione e emissione di fatture false segna un’evoluzione significativa rispetto alle prime indagini, ampliando il quadro delle presunte irregolarità e delineando un sistema di favoritismi apparentemente strutturato a danno dell’interesse pubblico.

L’accento è stato spostato dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, a corruzione proprio in relazione alle specifiche condotte emerse dalle indagini integrative condotte dalla Guardia di Finanza.

Queste nuove evidenze, ritenute particolarmente rilevanti dall’Ufficio guidato da Raffaele Cantone, suggeriscono un danno considerevole per la società pubblica e un vantaggio ingiusto per il socio privato coinvolto.
Al centro dell’indagine, emerge un flusso di denaro indebito, stimato in oltre 750.000 euro, trasferito da Granieri a Goracci.

Parallelamente, Goracci si è assicurato l’incarico di Direttore Generale della Sogeco, il consorzio gestore dei rifiuti, con un compenso annuale di 126.000 euro lordi.
La posizione di Goracci è ulteriormente aggravata dall’accusa di aver poi compiuto atti contrari ai propri doveri, in favore dell’Ece, a scapito del corretto svolgimento del servizio pubblico e in violazione dei principi di trasparenza e concorrenza.

Le indagini hanno rivelato che parte delle utilità elargite a Goracci si sarebbero concretizzate attraverso la creazione di consulenze fittizie a favore dell’Ece, un artificio volto a mascherare il trasferimento di risorse in modo illegale.

Secondo gli inquirenti, nell’ambito di un presunto accordo corruttivo, Goracci avrebbe agevolato l’ingresso e la successiva vittoria dell’Ece nel bando di gara per l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, alterando il processo di selezione e compromettendo l’equità della competizione.

In precedenza, Goracci e Granieri erano stati sottoposti a misure cautelari, tra cui gli arresti domiciliari, successivamente revocati.

Il frutto delle approfondite indagini è documentato in due dettagliate annotazioni del Nucleo Pecuniare e Finanziario della Guardia di Finanza, che hanno ricostruito le dinamiche e le relazioni tra i soggetti coinvolti.
I legali degli imputati hanno richiesto l’accesso completo alla documentazione acquisita, e l’udienza è stata rinviata al 10 dicembre per permettere la disamina dei materiali probatori.
L’esito del processo si prospetta cruciale per chiarire le responsabilità e ricostruire la complessa rete di relazioni che hanno portato a questa intricata vicenda, con possibili ripercussioni sulla gestione dei servizi pubblici e sulla fiducia dei cittadini.
L’inchiesta solleva interrogativi fondamentali sulla governance delle società partecipate e sulla necessità di rafforzare i controlli per prevenire fenomeni di corruzione e favoritismi.

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