Un grido d’aiuto disperato, proveniente dai sindaci palestinesi dell’Associazione delle Autorità Locali, risuona ora in Umbria, un eco di sofferenza amplificato dalla recente visita di delegati nei giorni scorsi.
Il messaggio, trasmesso a Sandro Pasquali, sindaco di Passignano e presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, promotore di un progetto di cooperazione internazionale in Palestina, è un appello urgente alla pace e all’intervento umanitario.
Le immagini che raggiungono i sindaci italiani, condivise attraverso i social media e confermate da Pasquali come testimonianze dirette, dipingono un quadro agghiacciante di devastazione e perdita.
Non si tratta di ricostruzioni mediatiche filtrate, ma di resoconti autentici provenienti dal cuore di Gaza, dove la popolazione civile è intrappolata in un vortice di violenza.
Le descrizioni del presidente di Apla, appena rientrato, sono ancor più allarmanti: la Cisgiordania è sotto assedio, i villaggi palestinesi vivono sotto la costante minaccia di coloni israeliani armati, supportati dall’esercito, che agiscono impunemente, distruggendo infrastrutture e seminando terrore.
L’aggressione non risparmia né i luoghi di culto né le abitazioni, lasciando intere comunità senza un futuro.
La resilienza della popolazione palestinese, nonostante l’orrore, si manifesta nel tentativo di riaprire le scuole e nel tenace impegno dei Comuni nel garantire servizi essenziali.
Sandro Pasquali rilancia con forza una proposta precedentemente concordata con i sindaci palestinesi: un’iniziativa di gemellaggio tra dieci comuni umbri e altrettanti comuni palestinesi.
L’offerta è concreta: i rappresentanti palestinesi sono disponibili a incontrare virtualmente i Consigli comunali, aprendo un canale di dialogo diretto e un potenziale strumento di supporto reciproco.
Parallelamente, si auspica un gesto simile da parte di istituti scolastici, per creare un ponte tra le giovani generazioni e promuovere una cultura di comprensione e solidarietà.
L’Umbria, quindi, è chiamata a svolgere un ruolo attivo, non solo come interlocutore, ma come motore di un impegno concreto, coordinato dall’amministrazione locale, per offrire un aiuto tangibile e un segnale di speranza in un momento di profonda crisi umanitaria.
L’urgenza è palpabile, la sofferenza è reale, e la risposta umbra deve essere proporzionata alla gravità della situazione e alla necessità di proteggere la dignità e il futuro del popolo palestinese.
L’appello non è solo un atto di solidarietà, ma un imperativo morale per la comunità internazionale.