Cardioneuroablazione: una frontiera innovativa nella gestione delle aritmie cardiacheUn significativo avanzamento nel campo della cardiologia interventistica ha visto la sua prima applicazione in Umbria presso il Laboratorio di Elettrofisiologia dell’Ospedale di Perugia.
La cardioneuroablazione, una procedura minimamente invasiva, è stata eseguita con successo su un paziente di 58 anni affetto da episodi ricorrenti di sincope vasovagale, aprendo nuove prospettive terapeutiche per la gestione di specifiche aritmie cardiache.
L’intervento, guidato dal cardiologo Gianluca Zingarini con l’assistenza di Matteo D’Ammando, ha sfruttato un approccio all’avanguardia.
La procedura è stata condotta sotto sedazione, minimizzando il disagio del paziente, e ha impiegato un sistema avanzato di mappatura tridimensionale delle camere cardiache.
Questo sistema, cruciale per la precisione dell’intervento, consente l’accesso al cuore attraverso cateteri inseriti nei vasi sanguigni periferici, evitando l’apertura chirurgica tradizionale.
La cardioneuroablazione si focalizza sulla modulazione dell’attività del sistema nervoso autonomo, in particolare sull’influenza del nervo vago, che può contribuire a rallentare eccessivamente il battito cardiaco e provocare episodi di bradicardia e sincope.
Durante l’intervento, i professionisti hanno identificato le terminazioni vagali anomale all’interno degli atri cardiaci.
Successivamente, è stato utilizzato un catetere che emette energia a radiofrequenza (o altre modalità ablative) per selettivamente ablare, ovvero distruggere, queste terminazioni nervose, riducendo così il loro impatto sul ritmo cardiaco.
La precisione dell’ablazione è fondamentale per evitare effetti collaterali indesiderati e garantire la sicurezza del paziente.
Il vantaggio più evidente di questa tecnica risiede nella sua natura minimamente invasiva e nel rapido recupero post-operatorio.
La degenza è stata limitata a un singolo giorno di osservazione, permettendo al paziente di riprendere le proprie attività quotidiane in tempi brevi.
Questa procedura si configura come un’alternativa non farmacologica e, in alcuni casi, preferibile all’impianto di pacemaker permanenti, soprattutto nei pazienti più giovani.
“La cardioneuroablazione rappresenta un importante passo avanti nella gestione di specifiche aritmie cardiache,” spiega il dottor Zingarini.
“Permette di intervenire direttamente sulle cause fisiologiche del problema, offrendo ai pazienti una migliore qualità di vita e riducendo la necessità di terapie invasive.
”Maurizio Del Pinto, direttore facente funzioni della Cardiologia, sottolinea l’importanza di questo traguardo per la sanità umbra.
“L’introduzione di questa tecnica avanzata testimonia il nostro impegno a offrire ai pazienti l’accesso alle terapie più innovative.
Siamo orgogliosi di essere l’unico centro in Umbria, e tra i pochi a livello nazionale ed europeo, a disporre di questa competenza, grazie alla professionalità del nostro team e alla presenza di tecnologie all’avanguardia nel nostro laboratorio elettrofisiologico.
”Antonio D’Urso, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia, evidenzia il posizionamento strategico che questo intervento contribuisce a consolidare.
“Questa iniziativa rafforza il ruolo della Cardiologia perugina come punto di riferimento per l’aritmologia avanzata a livello nazionale, testimoniando l’impegno costante per l’eccellenza e l’innovazione nel campo della sanità.
” L’introduzione della cardioneuroablazione segna l’inizio di un percorso volto ad ampliare l’offerta terapeutica per le patologie cardiache, promuovendo un approccio sempre più personalizzato e orientato al benessere del paziente.







