giovedì, 3 Luglio 2025
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Caritas Perugia: Fragilità e Sfide nel Rapporto 2024

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Intrecci di Fragilità: Il Rapporto 2024 della Caritas di Perugia-Città della Pieve tra Stabilità Apparente e Sfide FutureIl decimo rapporto “Intrecci di Reti. Reti per includere” della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve offre un quadro complesso e sfumato della realtà delle povertà nel territorio umbro nel 2024. Sebbene il numero di nuclei familiari che hanno richiesto supporto al centro di ascolto sia cresciuto di un modesto 1,5% rispetto al 2023, raggiungendo i 1.832, questa apparente stabilità nasconde dinamiche più profonde e pone interrogativi cruciali sul futuro dell’azione caritativa.L’aumento, seppur contenuto, si inserisce in un contesto in cui la domanda di aiuto, dopo il picco drammatico del periodo 2020-2023, mostra segnali di stabilizzazione. Un dato significativo è la composizione etnica dei richiedenti: un numero considerevole di italiani (469) convive con quasi 1.300 stranieri, un equilibrio che riflette la crescente complessità demografica del territorio. È importante sottolineare che la crescita esponenziale del 2020 (+25,8%) costituisce un punto di riferimento che rende l’attuale lieve aumento meno drammatico, ma non meno significativo.L’ampliamento della rete di 41 centri di ascolto parrocchiali ha permesso di intercettare un numero maggiore di persone in difficoltà (3.688 nuclei, pari a oltre 12.000 individui), un aumento dell’11,4% rispetto al 2023. Questo dato, frutto di un lavoro capillare sul territorio, testimonia l’importanza di un approccio proattivo nella ricerca di persone bisognose.Le parole del direttore della Caritas, don Marco Briziarelli, insieme all’economista Pierluigi Maria Grasselli e all’arcivescovo Ivan Maffeis, hanno delineato un quadro di incertezza. I primi tre mesi del 2025 mostrano una relativa stabilità (769 persone al centro di ascolto), ma la fragilità di questo equilibrio preoccupa. La sostenibilità economica dell’azione caritativa è diventata una questione centrale, con il direttore che non esclude la possibilità di dover ridurre i servizi offerti nel 2026.L’impegno materiale della Caritas si concretizza nell’attività dei cinque empori della solidarietà, che grazie al contributo di 190 volontari (40.947 ore di volontariato) hanno sostenuto 1.690 famiglie (4.913 persone), distribuendo 21.647 carrelli della spesa e 602 tonnellate di prodotti alimentari di prima necessità. Un investimento di risorse umane e materiali che evidenzia la volontà di fornire un aiuto concreto e tangibile.L’analisi dell’utenza rivela una preoccupante prevalenza della solitudine, con quasi la metà degli italiani che richiedono aiuto che vivono da soli. Un dato che sottolinea la necessità di accompagnamento psicologico e sociale, oltre che all’assistenza materiale. Per gli stranieri, si evidenzia la provenienza prevalentemente dal Marocco per gli uomini e dalla Nigeria per le donne, indicando specifiche vulnerabilità legate a percorsi migratori e integrazione.La grave situazione abitativa si conferma uno dei fronti più critici, con 176 persone in condizione di povertà estrema, prive di un tetto. Il basso livello di scolarizzazione e la precaria situazione occupazionale rappresentano ulteriori ostacoli alla realizzazione personale e all’inclusione sociale. L’incremento della percentuale di occupati (19,7%, pari a 360 persone) rispetto al 2023, pur positivo, rimane insufficiente a risolvere le radici della povertà.L’arcivescovo Ivan Maffeis ha giustamente definito il rapporto come un documento “scritto con la mente e con il cuore”, un invito a non dimenticare che dietro le statistiche si celano storie di persone, vite fragili che necessitano di sostegno e di speranza. Il rapporto è un monito a proseguire nell’impegno, a rafforzare le reti di solidarietà e a promuovere una società più giusta e inclusiva, dove nessuno sia lasciato indietro.

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