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venerdì 7 Novembre 2025

Caso Prospero: Nuova Fase, Processo a Gennaio, Patteggiamento Possibile

La vicenda giudiziaria che coinvolge il giovane romano accusato di istigazione o aiuto al suicidio in relazione alla tragica scomparsa di Andrea Prospero ha imboccato una nuova fase, segnando una pausa nelle speranze di un accordo patteggiato.
L’impossibilità tecnica di riaprire la trattativa, unita alla scelta strategica della difesa di non optare per il rito abbreviato, ha determinato la convocazione del processo davanti alla Corte d’Assise il 22 gennaio, come ha chiarito l’avvocato Alessandro Ricci, che ne cura la difesa.

L’avvocato Ricci, nel rispondere alle richieste di chiarimenti sulle condizioni psico-fisiche dell’imputato, ha sottolineato come, nonostante la delicatezza del momento, il ragazzo dimostri una volontà di riprendere gli studi, un segnale incoraggiante che, tuttavia, non può oscurare la complessità della situazione emotiva che sta vivendo.

“Rispettare le priorità del ragazzo, in questo contesto, è fondamentale”, ha rimarcato il legale, evidenziando come il benessere psicologico dell’imputato debba essere considerato un elemento cruciale.
Un punto centrale del discorso è stato il rigetto da parte del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) alla richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare.

L’avvocato Ricci ha contestato, in termini procedurali, la natura delle considerazioni contenute nell’ordinanza, sostenendo che si siano estrapolate da una sfera estranea al nocciolo della questione cautelare.

La decisione iniziale di non disporre un interrogatorio, lungi dall’essere un mero dettaglio, ha rappresentato una scelta difensiva strategica, e ogni sviluppo successivo si è mosso all’interno di tale cornice.
In particolare, l’avvocato ha espresso perplessità riguardo all’inserimento di riferimenti alla mancata richiesta di riprendere gli studi in un provvedimento che regolamenta la libertà personale dell’imputato, considerandolo un elemento superfluo e potenzialmente pregiudizievole.

Nonostante l’orientamento verso il dibattimento, l’ipotesi di un futuro patteggiamento non è stata del tutto esclusa.
L’avvocato ha ricordato come il codice penale preveda la possibilità di presentare una nuova proposta di accordo anche nella fase processuale in corso.

“Valuteremo attentamente, nel tempo opportuno, se e come procedere”, ha concluso il legale, lasciando aperta la porta a una possibile soluzione negoziale che possa alleggerire il carico giudiziario e tutelare al contempo i diritti dell’imputato, nel rispetto della memoria della vittima e della sua famiglia.
La complessità della vicenda, intrisa di implicazioni legali, etiche e psicologiche, impone un approccio cauto e ponderato, volto a garantire la giustizia e a favorire un percorso di recupero per tutti i soggetti coinvolti.

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