Nel cuore del Polesine, a Lendinara, città che si erge a custode della cultura, si è celebrato un evento di profondo significato: la premiazione del concorso letterario internazionale Gian Antonio Cibotto.
Un riconoscimento che quest’anno ha onorato Nicodemo Gentile, figura di spicco nel panorama legale italiano e instancabile sostenitore dei diritti dei familiari delle persone scomparse, conferendogli un premio in una delle quattro sezioni concorsuali – un tributo alla potenza evocativa della sua opera.
Il concorso, un crocevia di voci provenienti da Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Germania, ha visto la partecipazione di 543 lavori, testimonianza dell’importanza di un’iniziativa promossa dalla giornalista Angioletta Masiero e giudicata da una giuria composta da personalità di rilievo nel mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo.
L’opera premiata, “Nella Terra del niente.
Storie di scomparse, storie di famiglie,” pubblicata da Faust Edizioni nella suggestiva collana “Reato di Lettura,” si distingue per la capacità di affrontare un tema doloroso e complesso con un approccio disarmante.
Nicodemo Gentile, avvocato cassazionista noto per aver seguito con dedizione processi di grande risonanza mediatica, come quelli relativi alle tragiche vicende di Sarah Scazzi, Meredith Kercher, Melania Rea, la contessa dell’Olgiata, Sara Di Pietrantonio e Ilaria Leone, ha saputo trasformare la sua esperienza professionale in una narrazione intimamente umana.
Il libro non è solo un resoconto di casi giudiziari, ma un viaggio nel cuore del dolore, un’esplorazione delle conseguenze devastanti della scomparsa sulla vita dei congiunti.
Gentile, con la lucidità e la sensibilità proprie di un uomo di legge che ha a che fare quotidianamente con la giustizia e le sue imperfezioni, ci introduce in un universo di incertezze, di speranze infrante, di ricerca incessante e, a volte, di rassegnazione.
Le dieci storie raccontate, alcune familiari al grande pubblico, altre meno note, si intrecciano creando un mosaico di vite interrotte, di affetti spezzati, di domande senza risposta.
Il valore intrinseco dell’opera risiede nella capacità di restituire dignità a chi è stato privato della propria esistenza e di dare voce a chi, rimasto solo, continua a cercare, a sperare, a lottare.
Gentile, attraverso la sua scrittura, ci invita a riflettere sulla fragilità dell’esistenza, sulla necessità di un’attenzione costante verso le fasce più vulnerabili della società e sull’importanza del ruolo di Penelope Italia, l’associazione che egli sostiene da anni, offrendo supporto concreto e morale alle famiglie che si confrontano con l’angoscia della scomparsa.
Il riconoscimento, suggellato dall’assegnazione di una preziosa scultura realizzata dall’artista internazionale Jone Suardi, rappresenta non solo un premio alla qualità letteraria dell’opera, ma anche un tributo all’impegno civile e umano di Nicodemo Gentile, un uomo che ha scelto di trasformare il dolore in speranza, la giustizia in compassione, la legge in umanità.







