Montedoglio-Trasimeno: Monitoraggio scientifico per l’integrazione idrica.

L’integrazione di risorse idriche tra il bacino del Montedoglio e il Trasimeno rappresenta una sfida complessa, che il Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia sta affrontando attraverso un monitoraggio scientifico approfondito.
L’obiettivo è garantire la sostenibilità e l’efficacia del progetto di adduzione regionale, volto a supportare la resilienza idrica dell’Umbria attingendo a fonti toscane.
Le differenze intrinseche tra le acque del Montedoglio e quelle del Trasimeno, rilevabili a livello di temperatura, composizione chimica e dinamiche biologiche, richiedono un approccio metodologico rigoroso e adattabile.
Il bacino del Montedoglio, caratterizzato da una maggiore freddezza e una composizione generalmente più equilibrata rispetto al Trasimeno, funge da “laboratorio” per la valutazione preliminare di parametri critici.
Un elemento chiave del progetto è l’installazione di un sofisticato filtro meccanico nell’area del potabilizzatore di Tuoro sul Trasimeno.
Questa struttura non si limita a una semplice rimozione di particolato, ma agisce come un sistema di pre-trattamento essenziale per ridurre il carico biologico che le acque del Trasimeno, intrinsecamente più ricche di materia organica e microorganismi, potrebbero introdurre nel sistema di adduzione.

L’importanza di questa fase preliminare è sottolineata dalla consapevolezza che i processi di autoriparazione e riequilibrio degli ecosistemi lacustri richiedono tempi significativamente lunghi.
Il monitoraggio, avviato circa un anno fa sotto la guida di esperti come il chimico David Cappelletti e l’ecologa Antonia Concetta Elia, non si limita alla semplice rilevazione di dati, ma implica una comprensione approfondita delle interazioni tra i due sistemi acquatici.

L’approccio proattivo, orientato alla prevenzione, si traduce in un costante controllo dell’acqua in ingresso, con la predisposizione di interventi correttivi in caso di anomalie.
La durata prevista per il monitoraggio, stimata in almeno un anno, riflette l’impegno a validare la stabilità e l’efficacia a lungo termine dell’integrazione idrica.
La sfida non si limita alla dimensione tecnica, ma abbraccia anche la necessità di garantire la compatibilità ecologica dell’intervento, minimizzando gli impatti sull’ecosistema trasimeno e assicurando la qualità delle risorse idriche destinate al consumo umano.

L’analisi approfondita delle variazioni chimico-biologiche, unitamente alla valutazione continua delle performance del filtro, mira a costruire una soluzione robusta, adattabile e sostenibile, in grado di affrontare le crescenti pressioni sulle risorse idriche regionali.

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