L’inchiesta in corso a Perugia ha portato all’arresto di un giovane di ventiquattro anni, privo di precedenti penali, la cui posizione è al centro di un complesso quadro investigativo. Durante l’interrogatorio di garanzia, durato due ore, il giovane ha formalmente negato qualsiasi coinvolgimento in attività terroristiche, contestando fermamente l’interpretazione fornita dagli inquirenti sui materiali digitali sequestrati.Secondo quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Franco Libori, il giovane ha spiegato che la sua detenzione di manuali di fabbricazione di armi, istruzioni per la produzione di esplosivi e relativi materiali non derivava da intenzioni malevole, bensì da un interesse per la storia militare e una curiosità intellettuale. Ha inoltre precisato che una parte significativa dei file risalirebbe al 2021, suggerendo una fase antecedente a presunte intenzioni più recenti.Le accuse più gravi, relative al tentativo di costruire un ordigno esplosivo e all’alterazione di un artificio per aumentarne la pericolosità, sono state ricondotte, nella versione del giovane, a un episodio isolato verificatosi durante i festeggiamenti del 31 dicembre 2023. L’episodio, documentato da un video caricato su YouTube, mostrerebbe il giovane in atteggiamenti ludici e scherzosi in compagnia di un amico, elementi che, secondo la difesa, negano qualsiasi premeditazione o intento aggressivo.L’indagine ha rivelato che il giovane avrebbe frequentato siti web appartenenti a formazioni ideologiche contrastanti, sia di estrema destra e suprematiste che di matrice jihadista. Questa compresenza di interessi online solleva interrogativi complessi sulla sua radicalizzazione e sulle possibili influenze che lo hanno condotto a procurarsi i materiali sequestrati. La procura dovrà accertare se tale frequentazione online riflettesse una vera e propria adesione ideologica, una semplice curiosità o una ricerca di informazioni con fini differenti.Al termine dell’interrogatorio, la difesa ha avanzato richiesta di una misura cautelare meno restrittiva rispetto alla custodia in carcere, sottolineando la giovane età dell’indagato, la mancanza di precedenti e la sua collaborazione con le autorità. La vicenda pone ora al vaglio del giudice per le indagini preliminari la necessità di bilanciare l’imperativo di sicurezza pubblica con il diritto alla presunzione di innocenza e la possibilità di un percorso di riabilitazione per il giovane. La vicenda si configura come un caso emblematico delle sfide poste dalla radicalizzazione online e dalla necessità di comprendere le motivazioni che spingono individui, anche privi di precedenti, a procurarsi materiale potenzialmente pericoloso.