Un’emergenza ambientale latente è venuta alla luce grazie all’attività scrupolosa del Nipaaf di Terni, che ha scoperto uno stock anomalo di oltre mille tonnellate di pneumatici fuori uso e materiali derivati, ammassati in condizioni che configurano una grave violazione delle normative ambientali nel comune di Narni.
L’indagine, condotta con rigore e precisione, ha rivelato un quadro preoccupante di gestione illecita dei rifiuti, con ripercussioni potenzialmente dannose per l’ecosistema locale e la salute pubblica.
L’azienda coinvolta, operante nel settore del recupero di pneumatici dismessi, si è dimostrata carente nel rispetto dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), documentando una serie di inadempienze strutturali e operative.
Il sito, oltre a presentare un accumulo massiccio di pneumatici interi e “ciabattato” (i primi scarti della lavorazione), ha rivelato la presenza di oltre 120 “big bags” contenenti materiale granulare nero derivante dalla lavorazione dei pneumatici stessi.
La condizione di molti di questi contenitori, lacerati e deteriorati, testimoniava un abbandono prolungato, stimato in anni, con conseguente dispersione di materiale potenzialmente inquinante.
Un ulteriore quantitativo di 39 big bags, anch’essi contenenti lo stesso materiale, era stoccato in un’area priva di autorizzazione, aggravando ulteriormente la situazione.
Questo scenario non si limita a una mera irregolarità amministrativa.
La presenza di materiale granulare proveniente dai pneumatici, spesso contenente metalli pesanti e altre sostanze pericolose, pone seri interrogativi sulla potenziale contaminazione del suolo e delle acque superficiali, in particolare del fiume Nera, che scorre nelle vicinanze.
L’erosione e il dilavamento di questi materiali potrebbero innescare una reazione a catena, compromettendo la biodiversità e la qualità dell’acqua potabile.
Il legale rappresentante dell’azienda è stato denunciato per le violazioni accertate, e gli sono state imposte prescrizioni dettagliate per la rimozione completa dei rifiuti, il ripristino del sito alle condizioni di regolarità ambientale e l’adozione di misure preventive per evitare il ripetersi di simili episodi.
Sebbene l’applicazione di una sanzione pecuniaria di 13.000 euro, unita all’adempimento delle prescrizioni, possa portare all’estinzione del procedimento penale, l’episodio solleva questioni più ampie riguardanti i controlli, la trasparenza e la responsabilità nel settore della gestione dei rifiuti.
L’azione del Nipaaf di Terni rappresenta un campanello d’allarme, evidenziando l’urgenza di rafforzare i meccanismi di prevenzione, monitoraggio e sanzione delle illegalità ambientali, garantendo la tutela del territorio e la salvaguardia della salute dei cittadini.
L’episodio sottolinea, inoltre, la necessità di una maggiore consapevolezza da parte delle imprese e una rigorosa applicazione dei principi di economia circolare, promuovendo il riciclo e il recupero dei materiali in modo sostenibile e responsabile.







