L’udienza si è conclusa con l’esito processuale prevedibile, in linea con le disposizioni codificate nel codice di procedura penale.
La Procura, consapevole delle limitazioni imposte dall’ordinanza precedente, ha formalmente richiesto il rinvio a giudizio immediato, un passo che riconduce la vicenda al suo punto di partenza.
Come ha dichiarato l’avvocato Francesco Mangano, rappresentante legale della famiglia Prospero, “la nostra battaglia prosegue ora dinanzi alla Corte d’Assise, con la ferma intenzione di perseguire una giustizia equa per Andrea, conformemente a quanto sancito dalla legge e dal sistema penale vigente.
Non ci sottrarremo alla difesa dei diritti della famiglia finché questa dolorosa vicenda non sarà definitivamente risolta.
”L’ordinanza precedente, infatti, aveva delineato un quadro processuale che limitava significativamente le possibilità di soluzioni alternative in questa fase preliminare, costringendo tutti i soggetti coinvolti – sia la difesa dell’imputato, sia l’accusa, sia i legali delle parti civili – ad accettare la progressione verso il giudizio.
Questo significa che la vicenda si sposta ora in un’arena più ampia, dove saranno possibili approfondimenti e valutazioni più complesse rispetto alle prime fasi indagini.
L’avvocato Carlo Pacelli, co-legale della parte civile, ha voluto enfatizzare un aspetto cruciale: “Il ritorno all’inizio del percorso non deve essere interpretato come un desiderio di rivalsa.
La famiglia di Michele Prospero, pur provata da un dolore immenso, nutre un’insaziabile sete di giustizia, ma non una brama di vendetta personale.
” Questa dichiarazione sottolinea la necessità di comprendere la dinamica emotiva che guida la famiglia, distinguendo il legittimo diritto a ottenere chiarezza e responsabilità penale dalla volontà di infliggere sofferenza all’imputato.
La scelta del rinvio a giudizio immediato implica che la vicenda, ora, sarà esaminata in dettaglio, con la possibilità di presentare prove e argomentazioni in un contesto di dibattito pubblico.
La Corte d’Assise, con la sua composizione mista di giudici togati e popolari, avrà il compito di valutare attentamente le responsabilità e le circostanze del caso, cercando di ricostruire la complessa rete di relazioni e fattori che hanno portato a questa tragica conclusione.
La famiglia Prospero, attraverso i propri legali, continuerà a chiedere che la giustizia sia fatta, non solo come atto di riconoscimento del dolore subito, ma anche come strumento per comprendere le cause profonde di questa vicenda e per evitare che situazioni simili possano ripetersi in futuro.
La speranza è che il processo possa offrire non solo risposte, ma anche un percorso di elaborazione del lutto e di riconciliazione, per quanto possibile, con la realtà di una perdita irreparabile.







