Il peso di un passato giudiziario che sembra non allentare la presa si ripresenta per Rudy Guede, a quasi vent’anni dalla tragica vicenda di Meredith Kercher.
Dopo aver espiato una pena detentiva di sedici anni per concorso nell’omicidio della studentessa inglese, l’ivoriano si trova ora al centro di un nuovo processo, un’ulteriore tessera di una complessa narrazione legale e sociale.
L’accusa che lo vede nuovamente sotto scrutinio concerne accuse di violenza sessuale nei confronti della sua ex fidanzata, relazionarsi che si è consumata tra il 2022 e il 2023.
Questo nuovo capitolo giudiziario si snoda parallelamente alla memoria del caso Kercher, dove Guede ha sempre mantenuto la sua innocenza, posizione che intende ribadire pienamente nel corso del dibattimento.
La scelta di non optare per il rito abbreviato, come ha spiegato il suo avvocato Carlo Mezzetti, riflette la volontà di esporre tutte le prove in sede processuale, un atto che va oltre la semplice difesa legale e si configura come un’affermazione di trasparenza.
L’inchiesta prende avvio nell’estate del 2023, in seguito alla denuncia dell’ex fidanzata, che accusa Guede di maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale.
La gravità delle accuse ha portato all’applicazione del braccialetto elettronico e a una serie di restrizioni volte a proteggere la donna: divieto di avvicinamento, divieto di contatto, obbligo di comunicazione degli spostamenti, limitazioni agli orari di uscita dalla residenza.
Mentre l’imputato insiste sulla sua innocenza, la presunta vittima, subito dopo la denuncia, ha descritto un crescendo di comportamenti inquietanti, un terrore che la faceva temere un’escalation incontrollabile.
Le sue parole, intrise di paura e sofferenza, dipingono un quadro di ossessione e manipolazione.
Parallelamente, l’avvocato Mezzetti ha denunciato il clima di morbosità e pregiudizio che ha accompagnato l’udienza preliminare, un’atmosfera che, a suo dire, viola il principio costituzionale della presunzione d’innocenza.
Questa situazione riflette la difficoltà di separare la sfera pubblica dall’ambito giudiziario, specialmente in casi mediatici di tale risonanza.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Viterbo, Rita Cialoni, ha confermato il rinvio a giudizio, ma l’avvocato Mezzetti esprime riserve sulla fondatezza di alcune accuse, confidando di poter dimostrare l’innocenza del suo assistito.
La scelta di mantenere in vigore la misura cautelare del divieto di avvicinamento testimonia, da parte dell’imputato, una volontà di evitare qualsiasi percezione di ostacolo alle indagini.
La vicenda ha scatenato anche una reazione da parte di Amanda Knox, assolta per l’omicidio di Meredith Kercher, che definisce Guede un “assassino dimenticato”, esprimendo la speranza che non gli venga nuovamente permesso di eludere la responsabilità delle sue azioni.
La prima udienza, fissata al 4 novembre, segna un nuovo capitolo di questa intricata storia, un processo che, oltre a determinare l’esito giudiziario, pone interrogativi profondi sulla memoria collettiva, sulla giustizia e sulla difficoltà di cancellare il peso di un passato che continua a proiettare la sua ombra sul presente.
Il nome di Rudy Guede resta quindi indissolubilmente legato a una delle vicende giudiziarie più mediatiche e controverse degli ultimi anni, un marchio che sembra destinato a perdurare nel tempo.